separateurCreated with Sketch.

Utero in affitto, Elisa Gomez non può più testimoniare

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Notizie ProVita - pubblicato il 14/10/16
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

di Francesca Romana Poleggi

È morta in circostanze abbastanza misteriose Elisa Gomez, la donna pentita di aver dato l’utero in affitto, che aveva testimoniato il suo strazio in Senato, con ProVita.

Aveva parlato contro l’utero in affitto anche davanti al Congresso americano: era toccante, era sconvolgente, la testimonianza di Elisa Anna Gomez.

Pittrice, organizzatrice di mostre, terapeuta a fianco di disabili e malati, aveva deciso di dare l’utero in affitto spinta dalla necessità economica: aveva già due figli da mantenere, era sola, costretta a fare tre lavori…

Nel 2006 aveva “scelto” di fornire il suo utero a una coppia gay. Erano stati meravigliosi al tempo e le avevano promesso che avrebbe potuto continuare a vedere la bambina di tanto in tanto. Al momento del parto, però, l’atteggiamento dei due è cambiato. Le hanno tolto la bambina e non gliel’hanno fatta più vedere.

Quando al telefono lei chiamava, loro trovavano sempre una scusa. Sentiva la bambina piangere disperata: loro dicevano :“Eh, fa i capricci. Si calma solo quando la mettiamo sul seggiolino della macchina”.

“Era in macchina, nel seggiolino, l’ultima volta che ero stata con lei, l’ultima volta che aveva visto la sua mamma…” : e la voce di Elisa si rompeva in un amaro singhiozzo, quando raccontava questo particolare. Anche se erano ormai passati anni.


LEGGI ANCHE: 15 motivi per dire no alla maternità surrogata


Dalle autorità non aveva ricevuto alcun aiuto: inizialmente un giudice le aveva concesso di vederla 4 ore al mese, ma da quando la piccola aveva due anni e mezzo non ha più potuto incontrarla. Nel contempo, però, essendo stata riconosciuta come “fornitrice di materiale biologico” per la bambina, era stata costretta a pagare quasi 600 dollari al mese di assegni di mantenimento.

La battaglia legale, però, continuava. Elisa non poteva darsi per vinta e non poteva rinunciare all’idea di riabbracciare un giorno la sua bambina.

Jennifer Lahl, della CBC, che ci ha comunicato la notizia della sua morte, costernata ci ha detto che Elisa era in procinto di partecipare ad un’ennesima udienza da cui sperava di ottenere una sorta di affidamento congiunto della piccola.

E, invece, ieri, Elisa è stata trovata morta. Aveva 47 anni ed era in buona salute. La polizia ha aperto un’indagine: pare non sia morta di morte naturale.

Riposi in pace, Elisa, una testimone coraggiosa della crudeltà insita nel mercificare il corpo di una donna bisognosa e nel comprare i bambini privandoli per sempre  della madre.

Elisa era pronta a dirlo a tutto il mondo che il “consenso” di chi si presta a un tale mercimonio non è mai libero e volontario. Elisa diceva con coraggio che è disumano staccare una madre dal suo bambino.

Era una persona semplice e dolce, gentile e delicata, che soffriva anche nel rinnovare le sue dolorose vicendeper parlarne a un pubblico estraneo.


LEGGI ANCHE: Vi spieghiamo perché l’utero in affitto rompe la sacralità della maternità


Ma il male che aveva sofferto era troppo grande: non poteva sopportare l’idea che altre donne dovessero patire quello che aveva patito lei.

“La legge deve impedire loro di rovinarsi con le loro mani per qualche migliaio di dollari”.

Una testimone coraggiosa, era Elisa. Una testimone scomoda.

Riposi in pace.

Riproponiamo una delle interviste che ha rilasciato al termine della conferenza stampa che ha tenuto in Senato con ProVita.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE