Sante a cui sono state date le ferite inflitte a Cristo nella crocifissioneL’unione con Cristo è il segno della santità, e ad alcuni santi viene richiesto di riflettere questa unione anche nel corpo.
Ci sono santi a cui vengono date alcune – o tutte – delle cinque ferite inflitte a Cristo nella crocifissione (nelle mani, nei piedi e nel costato). A volte sopportano altre ferite, come quelle ricevute dalla corona di spine.
Alcuni di loro sono ben noti, come San Francesco d’Assisi e Padre Pio.
Altri, come la santa che celebriamo oggi, Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Gesù, e Santa Faustina, la cui festa è stata mercoledì, sono meno noti.
Ecco cinque donne che hanno ricevuto nel corpo i segni della Passione di Cristo che potreste non conoscere, incluse le due sante che festeggiamo questa settimana:
1. Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Gesù (1715 – 1791)
Nata nel 1715, Maria Francesca venne abusata dal padre, un uomo violento. A 16 anni divenne terziaria francescana piuttosto che seguire i progetti paterni di matrimonio forzato.
A 38 anni divenne insieme ad un’altra terziaria la domestica di un santo sacerdote locale. Maria Francesca aveva delle visioni, anche di San Raffaele Arcangelo, che curarono alcune delle sue problematiche fisiche. Portava le ferite della Passione di Cristo ed era una profetessa, nota soprattutto per le sue predizioni relative alla Rivoluzione Francese.
Nel 1876 è stata canonizzata da papa Pio IX, ed è stata la prima donna di Napoli ad essere dichiarata santa dalla Chiesa.
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2. Santa Faustina Kowalska (1905 – 1938)
Santa Faustina, di cui abbiamo celebrato la festa mercoledì, è nota per le sue visioni di Gesù, che hanno portato a una rinnovata devozione per la Divina Misericordia in tutto il mondo. Il Diario di Santa Faustina e l’immagine di Gesù che lei ha aiutato a diffondere le hanno fatto guadagnare il titolo di “apostola della Divina Misericordia”.
Quello che si sa meno di questa santa è il fatto che sperimentò segretamente le stigmate.
Secondo la sua biografia riportata sul sito web vaticano, “gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell’ubiquità, il dono di leggere nelle anime umane, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi”.
Nonostante tutte queste esperienze, Santa Faustina è riuscita a non perdere mai la prospettiva, come mostra un’annotazione nel suo Diario (1107): “Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l’unione intima della mia anima con Dio”.
3. Santa Veronica Giuliani (1660 – 1727)
Nata nel 1660 e ultima di sette sorelle, Ursula Giuliani aveva appena tre anni quando chi la circondava iniziò a notare la sua profonda compassione per i poveri. A 17 anni entrò nel monastero delle Clarisse, dove prese il nome di Veronica in onore della Passione del Signore.
Santa Veronica iniziò a sperimentare le ferite della Corona di Spine nel 1694 e le cinque ferite di Cristo tre anni dopo. Secondo Saint Stories for All Ages, “Veronica venne umiliata dalle stigmate e dall’analisi rigorosa della sua esperienza da parte del suo vescovo, che rimosse la santa dalla vita comunitaria ordinaria e la mise sotto costante osservazione. Quando stabilì che il fenomeno era autentico, le permise di tornare alla normale vita conventuale e di continuare il suo servizio alle sorelle”.
È stata canonizzata da papa Gregorio XVI nel 1839.
4. Beata Anna Caterina Emmerich (1774 – 1824)
Nel 1802, a 28 anni, Anna Caterina aderì alla vita religiosa tra le suore agostiniane, ma nell’arco di nove anni venne colpita da malattie fisiche che la costrinsero a letto. La combinazione di salute fragile e adesione zelante alla regola di vita del convento le provocò il disprezzo da parte di alcune delle consorelle, ma entrambe le cose la aiutarono ad avvicinarsi a Cristo.
Nel 1813 iniziarono ad apparire su di lei le stigmate, e venne sottoposta a numerosi test ed esami. Il sanguinamento si fermò nel 1818 e le ferite guarirono completamente, tranne una “Y” vicino allo sterno, che richiamava la forma di una croce presente in una parrocchia vicina.
La vita di Anna Caterina fu caratterizzata anche da numerose visioni e apparizioni, a cominciare dalle sue conversazioni con Gesù e con le anime del Purgatorio quando era bambina.
È stata beatificata da papa San Giovanni Paolo II nel 2004.
5. Santa Gemma Galgani (1878 – 1903)
Pur eccellendo negli studi e desiderando fortemente aderire alla vita religiosa, Gemma venne respinta dalle Suore Passioniste per la sua salute fragile e la vista debole. A 20 anni sviluppò la meningite spinale. Quando guarì completamente attribuì il fatto al Sacro Cuore di Gesù e all’intercessione di San Gabriele di Nostra Signora dei Dolori.
A 21 anni iniziò a mostrare segni delle stimmate, e riportò frequentemente visioni del suo angelo custode, di Gesù e della Madonna. Per via della salute che si andava indebolendo, il suo confessore le consigliò di pregare perché le stigmate scomparissero. Lei seguì le direttive del sacerdote, e i segni si estinsero rapidamente.
In seguito scrisse della sua esperienza con le stigmate: “Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi sento un intenso dolore dei miei peccati; ma lo provai così forte, che non l’ho più sentito… La volontà me li faceva detestare e promettere di voler tutto soffrire per espiarli. Un mucchio di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto”.
Gemma Galgani è morta il Sabato Santo del 1903 ed è stata canonizzata da papa Pio XII nel 1940.
L’esperienza delle stigmate è un dono misterioso e che ispira reverenza concesso a pochi eletti. Prendersi del tempo per conoscere chi ha ricevuto questo dono è un ottimo modo per entrare nella meditazione delle ferite e della Passione di Cristo.
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Tommy Tighe è un marito e padre cattolico. Si può seguire su Twitter: @theghissilent.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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