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Cosa hanno in comune Giovanni Paolo II, Katy Perry e le Olimpiadi?

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Katy Perry - pubblicato il 10/08/16
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Le storie di fede (che non dovrebbero lasciarci sorpresi) da Rio 2016

La competizione atletica fa emergere alcune delle più nobili qualità dell’essere umano. Deve apprendere i segreti del proprio corpo, le sue forze e debolezze, la sua capacità di resistenza e il suo punto di rottura” – Giovanni Paolo II

Pochi giorni fa Katy Perry ha lanciato il video di “Rise”, composto proprio per le Olimpiadi. Vero e proprio inno di vittoria, questa canzone presenta anche diverse metafore spirituali.

E non dovrebbe sorprenderci, le metafore atletiche sono antiche quanto il cristianesimo stesso. Nel Nuovo Testamento siamo chiamati a correre la corsa con perseveranza (Ebrei 12:1) e a combattere la buona battaglia (2 Timoteo 4:7).

Ma lo sport va oltre la metafora, è un utile strumento per insegnare la fede. La Chiesa ha riconosciuto da tempo il suo valore, soprattutto per quanto riguarda la formazione della persona umana e l’adoperarsi per la pace.

Giovanni Paolo II, egli stesso un atleta, ha parlato in modo particolarmente diretto sull’argomento: “La competizione atletica fa emergere alcune delle più nobili qualità dell’essere umano. Deve apprendere i segreti del proprio corpo, le sue forze e debolezze, la sua capacità di resistenza e il suo punto di rottura. Deve sviluppare, attraverso lunghe ore di esercizio e di sforzi, la capacità di concentrazione e l’abitudine alla disciplina, imparare a mettere in riserva le proprie energie e a conservare l’energia per il momento finale quando la vittoria dipende da una grande esplosione di velocità o da un ultimo sprizzo di energia”.

Non dovremmo essere dunque sorpresi dalle forti storie di fede cattolica che alcuni atleti delle Olimpiadi hanno condiviso: come Simone Biles, la ginnasta che cerca l’oro olimpico ma continua ad andare a Messa (e anche a pregare il suo rosario!), o Katie Ledecky, che alcuni definiscono la più importante nuotatrice al mondo, che recita un’Ave Maria prima di ogni gara e dice che la sua fede la aiuta a “mettere le cose in prospettiva”.

Questi atleti hanno un grande compito da svolgere, dentro e fuori il campo da gioco (o dovunque il loro sport li porti). Preghiamo dunque per loro con le parole di Giovanni Paolo II:

“Signore Gesù Cristo, aiuta questi atleti ad essere tuoi amici e testimoni del tuo amore. Aiutali a porre nell’ascesi personale lo stesso impegno che mettono nello sport; aiutali a realizzare un’armonica e coerente unità di corpo e di anima.

Possano essere, per quanti li ammirano, validi modelli da imitare. Aiutali ad essere sempre atleti dello spirito, per ottenere il tuo inestimabile premio: una corona che non appassisce e che dura in eterno. Amen!”

Cecilia