Per 35 anni Satana gettò tutto quello che aveva contro il santo sacerdoteLe ultime parole di padre Jacques Hamel, “Vattene, Satana!”, riportano alla mente un altro sacerdote francese che ha avuto incontri con il maligno che minacciavano la sua vita e ha pronunciato parole forti contro chi lo attaccava. Questo sacerdote non è stato brutalmente assassinato come padre Hamel, ma il diavolo ha fatto di tutto per assalirlo fisicamente per evitare che diffondesse il Vangelo. Di chi stiamo parlando? Di San Giovanni Maria Vianney, che la Chiesa ricorda il 4 agosto.
Vianney è ben noto per i suoi incontri con Satana, che per 35 anni ha gettato tutto quello che aveva contro questo santo sacerdote che ascoltava confessioni sedici ore ogni giorno.
Di notte Vianney sentiva derisioni, voci strazianti, canti maligni o spari. Veniva trascinato via dal suo letto e una notte il letto prese addirittura fuoco. Questi tormenti non gli permettevano di dormire molto, ma non gli impedivano di condurre una vita di santità.
La sua capacità di leggere le anime e di insegnare le verità profonde del Vangelo gli procurò grande attenzione. Uomini e donne accorrevano alla sua parrocchia anche da lontano. Vianney era comunque un uomo molto umile e non ha mai cercato riconoscimenti dal suo gregge.
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Si racconta di un sacerdote del vicinato che era invidioso della fama di Vianney e avviò una petizione per mandarlo via da Ars per via della sua mancanza di istruzione. Vianney venne a sapere della petizione, la firmò egli stesso e la inviò al vescovo. Per fortuna il presule non si lasciò ingannare e non diede seguito alla cosa.
Vianney accettò i tormenti del demonio sapendo che lo attaccava a causa dei tanti peccatori che venivano riconciliati. Spesso veniva assalito la notte prima che un “grande peccatore” arrivasse in città a confessare i propri peccati.
Gli attacchi continuavano, ma in seguito il sacerdote sottolineò: “Il demonio è ben sottile, ma non è forte. Un segno di croce lo mette in fuga”.
Si abituò talmente a quegli incontri che diede anche un soprannome al diavolo, chiamandolo “Grappino”. Una volta disse: “Oh, il grappino ed io? Siamo quasi amici”.
San Giovanni Maria Vianney subì attacchi così terribili perché Dio sapeva che poteva gestirli e che lo avrebbero rafforzato per il suo ministero di misericordia.
San Paolo scrisse ai corinzi a questo riguardo: “Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita e la forza per sopportarla” (1 Cor 10, 13).
Gli attacchi di Satana contro San Giovanni Maria Vianney erano un’“ultima ratio” visto che le tentazioni quotidiane con cui tutti noi abbiamo familiarità non facevano presa sul santo. Il diavolo amplificò allora la sua azione e cercò di sottomettere il sacerdote spaventandolo. Anziché rintanarsi in camera sua e sottomettersi alla volontà di Satana, tuttavia, Vianney ricevette la grazia divina di seguire la volontà del Padre rimanendo fedele fino alla fine.
Satana è un terrorista che non smette mai di incuterci paura, sperando che lo temeremo e penseremo che sia più potente di Dio. Questo era vero all’epoca di San Giovanni Maria Vianney e lo è sicuramente anche oggi. Satana sta usando gli atti di terrorismo a cui assistiamo per paralizzarci e impedirci di diffondere la misericordia di Dio a tutti i popoli. Dobbiamo opporci a questa tirannia del male e, come ha affermato l’arcivescovo di Rouen, “testimoniare che la violenza non avrà la meglio sul nostro cuore”.
È una coincidenza che Satana attaccasse San Giovanni Vianney prima che i “grandi peccatori” andassero da lui a confessarsi e che nella nostra epoca la violenza sia in aumento durante il Giubileo della Misericordia? Rimaniamo fedeli a Cristo e “combattiamo la buona battaglia”, impegnandoci ancor di più ad essere missionari di misericordia.
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Philip Kosloski è marito e padre di cinque figli. Scrive su Aleteia e sul The Pope’s Worldwide Prayer Network (Apostolato della Preghiera), e ha un blog sul National Catholic Register.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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