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Il santo è un uomo, Andrea Bellandi, Itaca edizioni, 2020
Il titolo sembra la risposta ad un'obiezione ricorrente. I santi sì, che possono! Ma i santi sono uomini, presi con tutta la loro vita dentro un incontro. Cosa manca forse alla nostra epoca non più cristiana perché scristianizzata con sistematico rancore? Proprio la struttura umana, che sembra essersi disfatta, disgregata. Invece gli uomini nascono sempre capaci di santità e oggi, più che in altri tempi, hanno l'occasione propizia di ripartire da...Uno. Ma c’è, dentro all’uomo, qualcosa che persiste. Proprio il deserto, il vuoto in cui tante volte ci troviamo, la consapevolezza che «non siamo più in un regime di cristianità» (Francesco), costituiscono la circostanza favorevole per «scoprire ciò che è essenziale per vivere» (Benedetto XVI). Da persona a persona, come è accaduto quando Giovanni e Andrea incontrarono Gesù e lo seguirono. Ed è guardando quell’inizio che l’Autore, ponendosi alla scuola di don Luigi Giussani, delinea il metodo scelto da Dio per rivelare l’uomo a se stesso e renderlo protagonista della storia. In una società per la quale «la fede non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune» (Francesco), solo un incontro e uno sguardo umani sono in grado di destare un’attrattiva che avvince e risvegliare un interesse profondo per la propria vita. 
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