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2) «Eppure è in questa profonda solitudine che le più profonde attività cominciano. È lì che scopri l’azione senza il movimento, il lavoro che è profondo riposo, la visione nell’oscurità e, soprattutto, il desiderio, un compimento in cui limiti si dilatano all’infinito». La solitudine si distingue dall’isolamento perché è feconda: nel silenzio, quello in cui ascoltiamo a fondo i nostri bisogni e le nostre attese, sboccia il desiderio profondo di incontrare l’altro (eventi, persone) perché riconosciamo che da soli siamo incompiuti.
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