Tommaso d'Aquino (1225-1274)
In questo sacramento dobbiamo considerare due cose: il sacramento stesso e l'effetto del sacramento. Si è detto che l'effetto di questo sacramento è l'unità del corpo mistico, senza la quale non ci può essere salvezza: poiché nessuno può salvarsi fuori della Chiesa, come nel diluvio nessuno si salvò fuori dell'arca di Noè, simbolo della Chiesa, come insegna S. Pietro. Ma dicemmo sopra che l'effetto di un sacramento si può ottenere prima di ricevere il sacramento, per mezzo del voto stesso di accostarsi al sacramento. Così prima di ricevere l'Eucarestia l'uomo può salvarsi in virtù del desiderio di riceverla, come si è detto sopra.
Ci sono però due differenze. Primo, perché il battesimo è l'inizio della vita spirituale e "la porta dei sacramenti". L'Eucarestia invece è quasi "il coronamento" della vita spirituale e "il fine di tutti i sacramenti", come si disse sopra: poiché le grazie di tutti i sacramenti preparano, o a ricevere, o a consacrare l'Eucarestia. Perciò mentre ricevere il battesimo è necessario per iniziare la vita soprannaturale, ricevere l'Eucarestia è necessario per portarla a compimento: e neppure è indispensabile riceverla di fatto, ma basta averne la brama, così come si brama e si desidera il fine.
L'altra differenza sta nel fatto che mediante il battesimo l'uomo viene ordinato all'Eucarestia. Quindi col battesimo stesso i bambini sono destinati dalla Chiesa all'Eucarestia. Perciò, come con la fede della Chiesa essi credono, così per l'intenzione della Chiesa essi desiderano l'Eucarestia e di conseguenza ne ricevono l'effetto. Ma al battesimo non vengono indirizzati da un precedente sacramento. Quindi prima di ricevere il battesimo gli adulti soltanto e non i bambini possono averne il desiderio. Questi ultimi perciò non possono ottenere l'effetto del battesimo, senza ricevere il battesimo stesso. Ecco perché l'Eucarestia non è indispensabile alla salvezza come il battesimo.
Tommaso d'Aquino, S.Th. III, q. 73 a. 3 resp.
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