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Comuni
In appendice al Santorale si mettono i Comuni (“dei Santi”, “delle Vergini”, “dei Dottori” ecc…) perché diseguale è la produzione eucologica relativa al culto dei singoli santi (dove c'è stata storicamente più devozione si sono sviluppati normalmente più testi…), ma per tutti bisogna garantire le “parti fisse della messa”. Se dunque il “proprio di un santo”, nel Santorale, non ha tutto quel che occorre per la celebrazione della messa propria (magari – caso comunissimo – c'è solo l'orazione colletta, la prima della messa, ma non le altre…), quel che c'è, poco o tanto che sia, va integrato con i testi provenienti dai comuni (per le sante Perpetua e Felicita, ad esempio, si seguirà il Comune delle Martiri e così via). Paladino propone qui un'immagine di difficile interpretazione: è certamente una rappresentazione ecclesiologica, dal momento che il quadrato nero dovrebbe rappresentare l'elemento terrestre (e per estensione il mondo), già ornato del dono della vita, e che su di esso si erge la città degli uomini che la Chiesa germinalmente rende città di Dio. Perché questo sia specificamente legato alla sezione dei Comuni è invece difficile stabilirlo.
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