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4- Amor perduto, L’inferno di Dante per contemporanei, A. Socci, Piemme, 2017. Noi siamo i perduti. Siamo noi gli smarriti, i gettati. Senza saper nemmeno che via abbiamo perduto; in una selva scurissima, di angoscia e paura. E senza nemmeno un Virgilio a venirci incontro? Noi lontanissimi dalla civiltà che ha permesso a Dante, insieme con il suo genio e con un aiuto soprannaturale, di affrescare il grande polittico della Divina Commedia. Imbarbariti e analfabeti di ritorno, soprattutto delle cose dello spirito. Delle cose dell’esser uomini. Ma qualcuno arriva e non solo “traduce” ma trae dalla selva, per tutto il regno infernale e di nuovo su. Come neo Virgilio, Antonio Socci ci viene incontro con l’italiano corrente e per mezzo di una prosa, fedele sposa del testo in volgare, ci fa attraversare l’Inferno. Ci riporta dentro i gorghi, le oscurità, gli spaventi. I gironi e lo bolge. Ma poi su su, fino “a riveder le stelle”.
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