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L’invenzione cristiana della laicità, D. Antiseri, Rubbettino, 2017. Dobbiamo moltissimo al pensiero greco. Le radici del pensiero scientifico sono ben ficcate sotto l’Acropoli, in Sicilia, in Calabria, e comunque nelle menti dei grandi pensatori greci. Ma non è a questi campioni del pensiero umano, non è alle loro spalle, sebbene da giganti, che dobbiamo l’orizzonte nel quale siamo abituati da secoli a trattare le vicende più largamente umane. La laicità dello stato ad esempio è stata possibile perché il Dio di Israele nella Bibbia e nella vita di Gesù di Nazaret ha desacralizzato la natura, smitizzato le creature, liberato la storia. Il Dio geloso, quello che sceglie un popolo, il Dio della croce che è scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani, ci ha regalato la razionalità e la ragionevolezza e ha ridimensionato tutti gli altri poteri. E ora che il processo di estirpazione di queste radici pare davvero ad un pessimo punto, ora che il garante della laicità è bandito da tutti gli spazi pubblici ora i campioni del laicismo si irritano per un crocefisso che pende dai muri di un’aula scolastica, è bene invece ricordarsi da dove venga tutta questa libertà, così vasta nelle sue possibilità da arrivare a segare il ramo sul quale sta seduta.
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