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«Ma mi sorge uno strano sentimento che periodicamente mi riaffiora... Una sensazione che non so se riuscirò a spiegarvi. Mi faccio la domanda "perché lo faccio, perché sono qua?"... la risposta non è ovvia. Mi crea un vero disagio il leggere le esternazioni di gratitudine, di plauso... "bravi, che bello, fate cose grandi..." un disagio perché sembra che per "essere buoni e bravi" si debba andare lontano dalla quotidianità, mentre è proprio nella quotidiana routine giornaliera, in Italia, nelle nostre case, nel nostro quartiere che dovrei, dovremmo poter fare queste cose di attenzione a chi è in difficoltà, a chi è costretto a vivere la vita sempre in salita».  
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© Gianfranco Mirri