17 / 20
Giusy D'Amico, vorrei aiutarlo ma è Lui a sollevare me
Sono tra la folla seguo Colui che mi aveva chiesto: "dammi da bere" Lo seguo con afflizione, mentre cade vorrei stendermi come un tappeto per addolcire le sue cadute sotto la croce. Vorrei portare io quel legno, sollevarlo... Lui mi guarda. È un istante di infinito! Sa che non potrei... è Lui che porta me con quello sguardo. Vorrei piangere lacrime come balsamo di mirra per alleviare le ferite sul suo corpo. So che da quando ha posato il suo sguardo sopra di me io non ho potuto più fare a meno di Lui. Oscurata la terra, dopo il suo ultimo grido, si apre un abisso dentro il mio cuore. Impresse nelle mie viscere le parole che odo al mattino dopo il sabato. Si!... riconosco la Sua voce! È il mio diletto. È Lui che mi chiama... Il suo volto di luce abbagliante diventa il faro nelle tenebre. E' quello sguardo che già rapì, dentro, tutto di me... Si fida di me! affida al mio stupore il grido con cui urlare - "Non è qui! È risorto!" È qui e sarà per sempre con me. (Giusy D’Amico insegnante, presidente dell’Associazione “Non si tocca la famiglia”)
+

© Public Domain