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Ecco il giorno fatto dal Signore. Questo è il giorno della grande riscossa di Dio: della riscossa contro la morte. L’uomo si rassegna alla morte? O è invece disposto a farsi partecipe della grande riscossa di Dio? L’uomo si rassegna alla morte, quando aspira soltanto alle cose della terra, quando cerca quelle soltanto. La terra sola non nasconde in sé il “fermento” dell’immortalità. L’uomo si rassegna purtroppo alla morte e non soltanto l’accetta, ma anche l’infligge. Gli uomini continuamente infliggono la morte agli altri uomini, a uomini spesso sconosciuti, a uomini innocenti, agli uomini non ancora nati. L’uomo non solo si rassegna alla morte, ma ha fatto di essa non di rado il metodo della sua esistenza sulla terra: non è forse metodo di morte il metodo della violenza, il metodo della conquista cruenta del potere, il metodo della accumulazione egoistica della ricchezza, il metodo della lotta contro la miseria, che s’alimenta all’odio e alla brama di vendetta, il metodo dell’intimidazione e del sopruso, il metodo della tortura e del terrore? E tuttavia l’uomo, anche se si rassegna alla morte, ne ha terribilmente paura. È disposto l’uomo d’oggi a farsi partecipe della grande riscossa di Dio contro la morte? Una sfida, più pressante e coinvolgente di tutte, gli si presenta; la grande sfida della pace. Scegliere la pace significa scegliere la vita. Costruire la pace significa partecipare, con coraggio e con responsabilità, all’azione del Dio dei viventi. MESSAGGIO URBI ET ORBI DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II, Domenica di Pasqua, 30 marzo 1986
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