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Ti preghiamo, Signore dei vivi! Fa’ che l’uomo dell’era tecnologica non riduca se stesso ad oggetto, ma rispetti, già nel primo suo inizio, l’irrinunciabile dignità che gli è propria. Fa’ che viva, in sintonia col piano divino, l’unica logica che gli si addice, quella del dono da persona a persona in un contesto di amore espresso attraverso la carne nel gesto che fin dalle origini Dio volle a suggello del dono. 7. Fa’, o Signore, che l’uomo sempre rispetti la trascendente dignità di ogni suo simile, povero o affamato che sia, prigioniero, malato, moribondo, ferito nel corpo o nel cuore, in preda al dubbio o tentato dalla disperazione. Sempre egli resta Figlio di Dio, perché il dono di Dio non conosce pentimenti. A tutti è offerto il perdono e la risurrezione. Ciascuno merita rispetto e sostegno. Merita amore. MESSAGGIO URBI ET ORBI DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II, Domenica di Pasqua, 19 aprile 1987
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© Paolo Cocco | AFP