Ti preghiamo, Signore dei vivi!
Fa’ che l’uomo dell’era tecnologica
non riduca se stesso ad oggetto,
ma rispetti, già nel primo suo inizio,
l’irrinunciabile dignità che gli è propria.
Fa’ che viva, in sintonia col piano divino,
l’unica logica che gli si addice,
quella del dono da persona a persona
in un contesto di amore
espresso attraverso la carne nel gesto
che fin dalle origini
Dio volle a suggello del dono.
7. Fa’, o Signore, che l’uomo sempre rispetti
la trascendente dignità di ogni suo simile,
povero o affamato che sia,
prigioniero, malato, moribondo,
ferito nel corpo o nel cuore,
in preda al dubbio o tentato dalla disperazione.
Sempre egli resta Figlio di Dio,
perché il dono di Dio non conosce pentimenti.
A tutti è offerto il perdono e la risurrezione.
Ciascuno merita rispetto e sostegno.
Merita amore.
MESSAGGIO URBI ET ORBI DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II, Domenica di Pasqua, 19 aprile 1987