Madre mia, amatissima,
a te il Signore ha affidato i misteri del Regno, sei madre del suo mistico corpo.
Il tuo sguardo abbraccia tutti i tempi,
tu conosci ogni membro
e i suoi compiti mentre lo guidi.
Ti ringrazio d’avermi chiamata
ancor prima di sapere che da te
viene la vocazione religiosa.
Che cosa sarà di me? Non lo so.
Ma considero una grazia grande
e non meritata d’avermi eletta
a essere tuo strumento.
Vorrei abbandonarmi, docilmente, nelle tue mani,
come attrezzo obbediente.
Confido in te.
Sei tu che renderai utile l’ottuso strumento.
Edith Stein
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