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Jacopo Robusti (detto il Tintoretto), L'Ultima Cena (1593). © Web Gallery of Art
È in un interno veneziano che Jacopo Robusti, detto “il Tintoretto”, piazza la sua Cena. Rischiarata di una luce irreale che lascia apparire gli angeli fluttuanti, la composizione è ordinata mediante la presenza di un'immensa tavola attorno alla quale stanno allineati gli apostoli. I domestici si attivano, sono presenti anche dei cagnolini. Il mistero del sacro viene così volontariamente ancorato nella realtà quotidiana. Quest'opera si conserva nella chiesa San Giorgio Maggiore di Venezia, e testimonia una grande novità nella costruzione del piano in diagonale, con una prospettiva che sfida le leggi della fisica.
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