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Parola
Il silenzio quaresimale non è fine a sé stesso: i santi Padri insegnano che per sua natura esso tende a diventare il luogo dei “διαλογισμόι”, cioè il momento in cui risuonano nell'uomo tutte le voci che lo abitano. Alcune vengono dal suo cuore complesso (e complessato); altre promanano dal Nemico dell'umana natura, «origine e causa di ogni peccato»; altre ancora sono di Dio. Queste ultime rivelano che in realtà è una soltanto la Parola di Dio – eterna e immutabile, che mai cessa e mai comincia – ed essa ci è manifestata nella persona di Gesù Cristo. «L'ignoranza delle Scritture – avvertiva Girolamo commentando Isaia – è ignoranza di Cristo», e questa ignoranza lascia l'uomo in balia di tutte le voci – dissonanti e discordanti – che si agitano nel suo cuore. Questo è pure il motivo per cui generalmente gli uomini preferiscono stordirsi col rumore piuttosto che attraversare il Silenzio, entrare nel suo deserto ed esservi soccorsi nei propri διαλογισμόι dalla Parola. Ora, si fa presto a dire “la Bibbia”… per chi non vi sia stato metodicamente iniziato, la sua vasta complessità costituisce spesso un ostacolo scoraggiante. Il mio consiglio è sempre quello di cominciare dalla pratica – via via più intensiva – della Liturgia delle Ore: nel costante e reiterato canto dei Salmi ci si nutre dello Spirito stesso che anima le Scritture, e si viene così introdotti alla vita di quel particolarissimo libro che – scriveva san Gregorio Magno – «cresce con chi lo legge».
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© Patrice THEBAULT / CIRIC