Carlo Crivelli, fine del XV secolo
Consapevoli che Maria e l'angelo Gabriele non sono della medesima natura, gli artisti s'interrogano su questa differenza e riflettono sul modo migliore per rappresentare i due esseri tanto diversi. Le tecniche iconografiche fanno a gara d'immaginazione per sottolineare visibilmente la dimensione divina e umana dei due protagonisti.
In Carlo Crivelli è l'architettura a separare i due mondi: l'angelo Gabriele, collocato fuori dalla casa della Vergine, comunica con lei dalla finestra della camera. In cielo, un raggio di luce viene a colpire la Vergine, la quale – inginocchiata – si consegna alla volontà divina.
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