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Pieter Lastman, Giona e la balena, 1621, olio su tela, Düsseldorf, Stiftung Museum Kunstpalast © Düsseldorf, Stiftung Museum Kunstpalast. Il pesce: simbolo dei primi cristiani, le iniziali della parola greca che lo indica formavano l'acrostico della confessione di fede “Gesù Cristo è il Figlio di Dio e il Salvatore». Simbolo di fecondità e di moltitudine, il pesce appare nella Bibbia fin dal racconto della creazione. Esso riceve allora una benedizione particolare: «Dio li benedisse dicendo: “Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari”» (Gen 1, 22). Simbolo di salvezza, il pesce riveste un ruolo capitale nella storia del giovane Tobia. Quest'ultimo estrae da un pesce il fiele con cui purifica la sposa Sara. Nel Nuovo Testamento, il pesce appare a più riprese come simbolo di abbondanza, in occasione della pesca miracolosa e nel corso della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci. La balena: invece di andare ad annunciare agli abitanti di Ninive che la loro città sarebbe stata distrutta, come il Signore gli aveva chiesto di fare, Giona scappò dalla parte opposta del mondo, ove fu inghiottito da un “grosso pesce“ e in tre giorni e tre notti questo lo avrebbe ricondotto al punto di partenza. Il “grosso pesce” è associato alla morte e alla risurrezione come figura di Cristo, «perché come Giona fu nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo sarebbe rimasto tre giorni e tre notti nel grembo della terra» (Mt 12, 40).
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© Düsseldorf, Stiftung Museum Kunstpalast