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Prego quando, lungo l’autostrada, vedo di lontano un luogo di culto
Occielo: a dire il vero, la mia personale variante è un po’ più macabra. Mi faccio il segno della croce quando, lungo l’autostrada, vedo un cimitero, e prego per le anime di chi ci è sepolto. L’idea primigenia è stata di mia nonna, che me l’ha proposta quando ero piccolina. Se pensate che sia ‘na roba inquietante da pazzi furiosi, prendetevela con nonna Rita e non con me (LOL). In realtà, nonna Rita s’era fatta venire in testa questa idea balzana non solo perché era sua intenzione abituarmi fin da piccola al concetto di “morte”. Mia nonna, poveraccia, era anche spinta dal bisogno di trovare un modo con cui tenere occupata la mente della sua nipotina nel corso dei viaggi in macchina, anche per provare a distrarla dal dato di fatto per cui detta nipotina soffriva pesantementedi mal d’auto. Per capirci, quello che ti impedisce di occupare il viaggio in qualsiasi altra attività alternativa che non sia “fissare la linea dell’orizzonte e cercare di pensare ad altro”. ‘na noia e ‘na sofferenza, mamma mia… Ecco: fin da quando sono piccolina, i miei viaggi in autostrada li occupo così. Guardo fuori dal finestrino e osservo il panorama, e quando intravvedo una chiesa o un cimitero non mi lascio mai mancare un segno di croce. Potessi passare il tempo a leggere un libro, magari farei quello, ma ahimé vuolsi così colà dove si puote, e quindi m’accontento del camposanto. Che è comunque un modo valido di pregare anche quando le condizioni non consentono cose più elaborate.
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© Di Natalya Erofeeva - sHUTTERSTOCK