Prego per la gente del posto
“La gente del posto” in cui vado in vacanza è composta da cittadini liguri – persone che spesso (non sempre) (ma spesso) tendono ad accogliere il turista con lo stesso entusiasmo con cui io accolgo un attacco di diarrea.
Non ditemi che è un pregiudizio, perché spesso è oggettivamente vero, almeno nel piccolo paese in cui io vado in vacanza.
I miei ospiti non fanno certamente bene a insultare i turisti nei loro gruppi Facebook (e talvolta pure in faccia), ma io capisco cosa li spinga a questo malcostume: l’esasperazione data dall’atteggiamento supponente del turista che, solo perché paga, pretende di avere tutto e subito, disinteressandosi di qualsiasi altra cosa che non sia se stesso.
Ovviamente non tutti i turisti sono tali – ma molti sì. E il nostro modo moderno di fruire del turismo (con viaggi all’ultimo minuto, ogni anno in una località diversa, spesso nell’irreale realtà d’un villaggio vacanza) secondo me non aiuta, in questo senso. Anzi: ci rende proprio difficile entrare in quell’ottica mentale per cui, dietro al nostro albergo, ci sono storie, persone, culture e popolazioni intere. Che nel concreto, sì, sono lì per darci la nostra migliore esperienza di vacanza di sempre – ma che quando staccano hanno una vita, una famiglia, dei problemi da affrontare. Pensiamoci, prima di prendere qualcuno a male parole solo per un minuscolo graffio che temiamo possa scalfire la Nostra Vacanza Perfetta. Nella vita quotidiana probabilmente non lo faremmo. Non so perché molti di noi si trasformino in arroganti despoti appena mettono piede nella località turistica, solo perché “eh ma io pago”.
L’ho capito, per carità, ma le buone maniere puoi sempre usarle gratis.
Non so se è un’esperienza che fa parte del vostro vissuto vacanziero (del mio, purtroppo, sì. Ho visto tante di quelle cose, signora mia…). Ma, per buon conto: voi avete mai pensato di dire una preghiera per la cameriera, il bagnino e l’albergatore grazie alle cui attenzioni state vivendo i giorni più belli dell’anno?
Prendetelo come un random act of kindness. Un “molte grazie, ci siamo trovati benissimo” un po’ diverso dal solito. Perché no?
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