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“Devo imparare ad amarmi di più”
Che sulla carta, è pure ‘na bella cosa, no? Perché mai dovrebbe essere sbagliato, per una donna cristiana, imparare ad amarsi ogni giorno un po’ di più? Mica c’è scritto da nessuna parte che dobbiamo vivere nel costante disprezzo di noi e del mondo. No, per carità, ci mancherebbe altro. Ma – fatto salvo il caso di alcune donne che davvero faticano ad accettare se stesse, spesso a causa di trascorsi complicati o di un disagio interiore di fondo – “mi permetto rispettosamente di suggerire”, dice Nancy, “che non abbiamo affatto bisogno di imparare ad amarci di più. Semmai, abbiamo bisogno di imparare a riconoscere l’incredibile amore che Dio prova verso di noi e l’enorme valore che la nostra vita ha ai suoi occhi”. Perché, nella maggior parte dei casi, davvero basterebbe questa consapevolezza a farci svoltare la giornata. Se davvero riuscissimo a sentire lo straordinario, infinito, misericordioso e giusto amore che Dio prova per ognuna di noi, allora sì che svanirebbero i nostri sensi di inadeguatezza, la nostra autocommiserazione, il continuo confronto con quello che hanno, o fanno, le altre. Detto brutalmente, nel 90% dei casi, il problema non è che ci amiamo troppo poco: il problema è che ci amiamo troppo. Abbiamo un disperato bisogno di sentirci accolte, apprezzate, felici, realizzate professionalmente, sicure delle nostre scelte – e quando abbiamo l’impressione che queste circostanze non si realizzino, ecco allora che ci immalinconiamo e ci buttiamo giù. Ma allora, sotto sotto, il problema non è che ci amiamo troppo poco: il problema è che ci amiamo così tanto che ci rimaniamo male quando il nostro prossimo (o il nostro cervello) non mostra verso di noi l’alta considerazione che riteniamo che ci spetti. Tendiamo a mettere noi stesse al centro di un piccolo universo di cui siamo noi il primo motore immobile: “in che modo questa scelta cambierà la mia vita? Questo fatto mi renderà felice? Perché tutto questo succede proprio a me? Cosa pensa davvero quella donna di me? Non è giusto, toccava a me stavolta. A nessuno importa delle mie idee. Mio marito ha ferito i miei sentimenti. Ho bisogno di un po’ di spazio per me. Nessuno pensa ai mieibisogni”. E, per carità, magari è tutto vero, e realmente stai ricevendo un trattamento ingiusto. Però, invece di considerarci sempre e comunque il centro del nostro piccolo universo personale, dovremmo ogni tanto provare a porre al centro Colui che lo è davvero. Nancy suggerisce che, per sentirci più realizzate, dovremmo esercitarci a porci Coram Deo, pensare cioè di essere costantemente alla santa presenza del Signore. Se Dio è qui, con me, proprio in questo momento, a carezzarmi con il suo sguardo di infinito amore, che me ne importa di quel chilo di troppo, del capufficio che mi sottostima e della signora che ho visto l’altroieri a Messa con la Vuitton nuova fiammante che io posso solo permettermi di sognare? Prendere consapevolezza di qual è davvero il nostro posto nel mondo e agli occhi di Dio, davvero aiuta a capire qual è il posto nel mondo di tutte le nostre piccole paturnie quotidiane.
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