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Callisto (dal greco: “il più bello”). San Callisto, sedicesimo papa dal 217 al 222, era da principio uno schiavo cristiano. Il suo padrone gli aveva affidato la propria contabilità, e quello lo mandò in bancarotta. Angosciato, scappò, ma fu riacciuffato e condannato alle miniere di zolfo in Sardegna. Lavorò per tre anni all’estrazione del minerale, dando prova di devozione presso gli altri condannati. Marzia, l’amante dell’imperatore Commodo, era cristiana e conosceva il giovane Callisto, e ottenne che fosse liberato e affrancato, verso il 190. Ricevette un sussidio da papa Vittore e studiò le Scritture. Nominato arcidiacono del papa San Zefirino, fondò il primo cimitero cristiano, dove furono sotterrati i papi del III secolo. Divenuto a sua volta papa, autorizzò – a dispetto delle leggi civili – i matrimoni tra schiavi e persone libere. Snellì le norme di ingresso al catecumenato e fece prevalere l’uso di assolvere tutti i peccati. Morì il 14 ottobre 222, vittima di una sommossa contro i cristiani. Fu dichiarato martire e lo si venera a partire dal IV secolo.
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