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Sapevo che tu mi sognavi per questo non potevo addormentarmi. Il canale cangiò dal torbido all'azzurro illuminandomi la via. Tu vedevi il giardino della Zarina, l'ingegnoso palazzo bianco e il nero arabesco dei cancelli dinanzi ai sonori scalini di pietra. Andavi senza sapere la via e pensavi: "Più presto, più presto. Oh, potessi almeno trovarla, non svegliarmi prima d'incontrarla!" Ma il guardiano delle rosse porte ti ha gridato: "Ehi! Dove vai?" Il ghiaccio si fendeva scricchiolando e l'acqua si faceva scura sotto i piedi. "È un lago - pensasti - sul lago esiste certo un'isoletta..." E d'improvviso un'azzurra fiammata uscirà dalla nera tenebra. Ti sei svegliato all'acuta luce del primo mattino e ti sei angustiato, poi ad alta voce mi hai chiamata per nome per la prima volta. Anna Achmatova
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