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Daily Prayer
Meditazione del giornovenerdì 7 Maggio

San Massimo il Confessore (ca 580-662)

monaco e teologo

Centuria sulla teologia VII, n. 12-14

Imitare Dio che ci ha tanto amati

La legge della grazia insegna in modo diretto ciò a cui conduce, a imitare Dio stesso, che ci ha tanto amati, più di se stesso, se si può dire che lui che era al di sopra di tutti gli esseri è venuto verso di noi, (e ciò quando eravamo suoi nemici a causa del peccato), senza mutare, si è fatto uomo, ha voluto essere come uno di noi e non ha rifiutato di far sua la nostra condanna.

E come per un disegno divino si è fatto uomo, egualmente per grazia ci ha deificati, affinché non soltanto comprendiamo di accostarci naturalmente gli uni gli altri e di amarci spiritualmente gli uni gli altri come amiamo noi stessi, ma anche di prender divinamente cura gli uni degli altri più che di noi stessi e dar prova dell'amore che abbiamo gli uni verso gli altri scegliendo di buon cuore, per virtù, di morire volontariamente gli uni per gli altri. Poiché Cristo dice che non c'è amore più grande che dare la propria vita per chi si ama (Gv 15,13).

La legge della grazia è la ragione che, più che la natura, conduce alla deificazione trasformando completamente la natura, mostra come in immagine alla natura degli uomini il modello che supera l'essenza e la natura, e ne offre la permanenza dell'essere eternamente beato. Considerare il prossimo come se stesso, è prender cura del suo essere in questa vita: ciò che è proprio della sua vita naturale. Amare il prossimo come se stesso, è per virtù vegliare sulla vita del prossimo più che pensare alla propria, è certamente l'essenza della legge della grazia.

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