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sabato 18 aprile

Sabato dell'Ottava di Pasqua

Beata Savina Petrilli – Vergine e Fondatrice

SAVINA PETRILLI
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Savina Petrilli nasce a Siena il 29 agosto 1851, secondogenita di Celso e Matilde Venturini. A 15 anni si iscrive nella Congregazione delle Figlie di Maria e ne è subito eletta presidente. Due anni dopo emette il primo voto di verginità per un anno. Nel 1869 è ricevuta dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878), che la esorta a camminare sulle orme di S. Caterina.

Il 15 agosto 1873, nella cappellina della casa paterna, con cinque sue compagne, emette i voti di castità, povertà e obbedienza, alla presenza del confessore e col consenso dell'Arcivescovo mons. Enrico Bindi, che concede il permesso di iniziare un'opera a beneficio dei poveri.

La nuova piccola famiglia religiosa prende il nome di “Congregazione Sorelle dei Poveri di S. Caterina da Siena”.

Nel 1881 inizia la prima fondazione a Onano (Viterbo). Sorte soprattutto per l'educazione delle fanciulle, le Sorelle dei Poveri si diffusero rapidamente e assunsero la direzione dei manicomi di Volterra, Roma e Ceccano. Presto estesero il loro apostolato all'assistenza ospedaliera, al servizio nei seminari e a varie opere caritatevoli. La congregazione ottenne il pontificio decreto di lode nel 1891 : le sue costituzioni vennero provvisoriamente approvate dalla Santa Sede il 5 settembre 1899 e definitivamente il 17 giugno 1906.

Successivamente madre Savina emette il voto di “non negare nulla volontariamente al Signore”, il voto di “perfetta obbedienza” al direttore spirituale, il voto di “non lamentarsi deliberatamente nei patimenti esterni ed interni”, il voto di “completo abbandono”alla volontà del Padre.

Madre Savina Petrilli si consacrò a Dio e ai fratelli più bisognosi, ispirandosi ai quattro grandi amori di S. Caterina: 1'Eucarestia, il Crocifisso, la Chiesa e i Poveri.

Il 18 aprile 1923 alle ore 17,20 lascia la terra per entrare definitivamente nel possesso di Dio.

Oltre le 25 case in Italia, la Congregazione ha opere in Brasile, in Argentina, in India, negli Stati Uniti, nelle Filippine, nel Paraguay. Il carisma trasmesso da madre Savina alle sue suore è quello di vivere radicalmente il sacerdozio di Cristo nell'adorazione e nella totale dipendenza dalla volontà del Padre fino all'immolazione, facendo come centro della vita l'Eucaristia; continuare la missione di Cristo che annuncia il Padre in un servizio di evangelizzazione e promozione ai fratelli, specialmente poveri. Per madre Savina il povero è il sacramento di Cristo e può considerarsi quale mistero di fede, come l'Eucaristia. Perciò la Congregazione è a servizio dei poveri, “di tutti coloro che soffrono e sono oppressi”.

Savina  Petrilli è stata beatificata il 24 aprile 1988, in Piazza S. Pietro, da San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) che, nel corso dell’omelia, disse a riguardo :

« “Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto” (Sal 118 [117], 28). In questa frase del salmo responsoriale si potrebbe riassumere il centro della vita spirituale di Savina Petrilli, fondatrice delle Sorelle dei Poveri di santa Caterina da Siena. “Sei il mio Dio”. Savina riuscì ad abbandonarsi completamente alla volontà divina, facendo voti di non negare nulla a Dio deliberatamente. In questo impegno di completa oblazione di se stessa a Dio e alla sua volontà, voto di abbandono totale, trovò la forza di dominare il suo temperamento impulsivo per acquistare le difficili virtù della dolcezza e della mansuetudine. Trovò anche la pace, riconoscendo che il suo zelo per le anime doveva seguire la strada dell’accettazione della croce, senza lamentarsi mai, nemmeno nelle più dure pene dello spirito e del corpo.

Ti rendo grazie, Signore, perché . . . sei stato la mia salvezza”, abbiamo cantato nel salmo responsoriale (cf. Sal 118 [117], 21). La salvezza fu per Savina la conoscenza di una vocazione generosa da realizzare nella Chiesa mediante un servizio di amore, nel nome di Gesù, sacerdote e vittima. La sua scoperta vocazionale è racchiusa in una sola frase: “Dov’è carità, ivi è Dio”. La forza della carità, non teme ostacoli, non accetta confini; e nelle sorde persecuzioni del tempo contro le istituzioni religiose, nella confusione politica che tendeva ad emarginare il sentimento della fede, in mezzo a preoccupanti difficoltà economiche, Savina poté cantare a Dio il sentimento della sua fiducia: “È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti” (Sal 118 [117], 8-9). Con la forza di una simile fede madre Savina seppe superare ostacoli quasi insormontabili, dimostrandosi intelligente, energica, pratica, pronta a subire molte prove anche penose. Con tale fiducia seppe costruire “l’opera del Signore: una meraviglia ai nostri occhi” (Sal 118 [117], 23).

Sei il mio Dio e ti esalto” (Sal 118 [117], 28). Ti esalto con la vita, con tutte le mie forze, sembra dire madre Savina; ma ti esalto raccogliendo attorno a te, mio Dio, i fratelli più derelitti, cercando per le vie del mondo tutti coloro che l’uomo disprezza, per condurre ogni povero alla gioia del banchetto del Regno. Ti esalto,quindi, estendendo l’azione delle Sorelle dei Poveri, fino alle regioni più derelitte della terra, fino alle condizioni più difficili di apostolato, perché ogni uomo possa ritrovare la sua gioia e la sua pace e “celebrare il Signore perché è buono; perché eterna è la sua misericordia” (cf. Sal 118 [117], 29). »