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giovedì 28 Marzo |
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Daily Prayer
Meditazione del giornosabato 15 dicembre

Sant'Efrem Siro (ca 306-373)

diacono in Siria, dottore della Chiesa

Opere, t. 1

Elia sul Monte Oreb

"Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento." (1Re, 19,11) Dopo ci fu un terremoto e lampi dopo l'uragano; Elia sentì che Dio non era neppure lì. Questi fenomeni avevano lo scopo di contenere lo zelo del resto lodevole del profeta nei limiti del suo compito e di insegnargli, con l'esempio dei segni dell'autorità divina, che la severità doveva temperarsi di misericordia. Secondo il senso nascosto, le bufere di vento che precedevano la venuta di Dio, i terremoti, gli incendi attizzati dal vento erano segni precorritori del giudizio universale…

"Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero." Con questo simbolo, Dio riduce lo zelo sproporzionato di Elia. Vuole dirgli: "Vedi che i venti scatenati non mi piacciono, né i terremoti devastanti, e non amo né i lampi né i fulmini: perché non imiti la dolcezza del tuo Dio? Perché non ti liberi un po' dello zelo di cui bruci, per essere piuttosto il protettore che l'accusatore del tuo popolo?" Il dolce mormorio rappresenta la gioia della vita beata che sarà data ai giusti quando, alla fine dei tempi, sarà dato ad ognuno il temibile giudizio finale…

"Come udì il mormorio, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?". Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza". Il profeta resta all'ingresso della caverna, senza osare avvicinarsi a Dio che veniva, e si copre il volto, ritenendosi indegno di vedere Dio… Eppure aveva davanti agli occhi un segno della clemenza divina e, ciò che avrebbe dovuto toccarlo ancor di più, faceva di persona l'esperienza della meravigliosa bontà di Dio nella parola che Dio gli rivolgeva. Chi non sarebbe sedotto dalla benevolenza di si grande maestà, da una domanda così dolce: "Che fai qui, Elia?".

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