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San Bruno

Sacerdote e Fondatore

BRUNO

Public Domain

Bruno nasce a Colonia nel 1030. Ancora giovane andò a Reims, dove fin dal 1057 il vescovo Gervasio gli affidò la direzione della scuola di cui era stato allievo.

Nel 1076 lasciò i suoi incarichi nella scuola e nella cancelleria e fu costretto a cercare rifugio presso il conte Ebal di Roucy, a causa del dissidio col vescovo Manasse di Gournay, che lui aveva accusato di simonia (pratica di vendere e comprare cose religiose come cariche ecclesiastiche, assoluzione di peccati e indulgenze). Poté tornare in Francia solo nel 1080 quando Manasse fu deposto da apposito concilio.

In quegli anni difficili nacque la sua vocazione alla vita monastica; in una lettera Bruno racconta quell’inizio fervoroso. Egli e due suoi amici, accesi d’amor divino, nel giardino di un certo Adamo, avevano fatto voto di consacrarsi a Dio. Rientrato in Francia, si recò all’eremo di Molesme, sotto la guida di San Roberto.

Successivamente, con sei compagni, cercò un luogo solitario per erigervi un suo monastero, ottenendo il terreno necessario dal vescovo di Grenoble, Ugo di Châteauneuf, in una valle solitaria nel cuore del massiccio che all’epoca si chiamava Cartusia (donde il nome italiano di Certosa e francese di Chartreuse) nel Delfinato.

Il primo monastero fu fondato nell’estate dell’anno 1084, in una zona montana e boschiva, a 1175 m di altitudine. I lavori di costruzione cominciarono subito e proseguirono rapidamente.

La chiesa fu l’unico edificio in pietra: condizione indispensabile per la sua consacrazione, che avvenne il 2 settembre 1085 per il ministero del vescovo Ugo.

Ma sei anni dopo il Beato Urbano II (Ottone di Lagery, 1088-1099), già suo alunno alla scuola di Reims, lo convocò a Roma, al servizio della Santa Sede. Bruno non poteva declinare l’invito del Papa e dovette quindi abbandonare il deserto e i compagni.

Quando Bruno obbedì alla chiamata del Papa, previde che la sua giovane comunità di Certosa avrebbe sofferto molto del suo allontanamento, ed infatti i suoi confratelli, reputando di non poter continuare, senza la sua guida, la vita che con lui avevano abbracciata, si dispersero.

Bruno da Roma riuscì tuttavia a convincerli a riprendere la via del deserto e sotto la direzione di Landuino, da lui indicato come superiore, il gruppo si riunì di nuovo nell’eremo abbandonato.

Ma l’anima di Bruno, ormai abituata alla preghiera solitaria e al colloquio continuo con il Signore, non si trovò a suo agio nell’ambiente della corte pontificia dell’epoca. Su proposta del Pp Urbano, i canonici di Reggio Calabria lo elessero arcivescovo ma egli declinò la mitra per amore della sua vocazione contemplativa e con il desiderio di ritrovare al più presto la solitudine.

Il conte Ruggero gli offrì un territorio nella località chiamata Torre, a circa 850 metri di altitudine, nel cuore della Calabria; ivi Bruno fondò l’eremo di Santa Maria, mentre a poco meno di 2 km più a valle – ove sorge l’attuale Certosa – fondava per i fratelli conversi il monastero di Santo Stefano.

Bruno, riprendendo il genere di vita che aveva condotto in Francia, trascorse così, nell’eremo di Santa Maria e nella vita contemplativa in solitudine, gli ultimi dieci anni della sua esistenza.

Avvenne in questo periodo una memorabile visita: l’incontro di Bruno con Landuino, il suo successore nel governo della comunità della Certosa francese, che intraprese un lungo e faticoso viaggio per incontrarsi con il fondatore dei certosini.

Nel giugno 1101 morì il conte Ruggero, assistito da Bruno.

Poco tempo dopo, la domenica 6 ottobre dello stesso anno, muore pure Bruno, circondato dai confratelli accorsi dalle case dipendenti da Santa Maria del Bosco.

Papa Leone X (Giovanni de’ Medici, 1513-1521) autorizzò, il 19 luglio 1514, il culto di S. Bruno, con una sentenza orale (vivae vocis oraculo); il 17 febbraio 1623 Pp Gregorio XV (Alessandro Ludovisi, 1621-1623) ne estese il culto alla Chiesa universale fissando la memoria liturgica al 6 ottobre (dies natalis).

Per approfondimenti:

>>> San Bruno

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