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San Pietro Canisio

Sacerdote, Gesuita e Dottore della Chiesa

CANISIUS

Public Domain

Pietro Canisio al secolo Pieter Kanijs (in latino = Canisius), figlio del Borgomastro di Nimega (odierna Olanda), villaggio che si trovava allora nel ducato di Gheldria e, dunque, nel Sacro Romano Impero, nasce l’8 maggio 1521.

Ebbe la possibilità di frequentare ottime scuole: diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia.In questa città amava trascorrere il tempo libero nel monastero dei certosini. Nessuno sospettava che il giovane avvocato, al quale il padre aveva assicurato un buon avvio nella professione, sotto le ricche vesti portasse il cilicio.

La lettura del breve opuscolo degli Esercizi Spirituali, che S. Ignazio di Loyola aveva scritto da poco, determinò la svolta decisiva della sua vita. Compiuta la pia pratica a Magonza sotto la direzione di padre Faber, entrò nella Compagnia di Gesù e, l’8 maggio 1543, giorno del suo  22° compleanno, fu l’ottavo gesuita ad emettere i voti solenni.

Nel giovane Ordine ebbe modo di coltivare i suoi studi preferiti e il suo amore per l’erudizione; a lui si deve la pubblicazione delle opere di S. Cirillo di Alessandria, di S. Leone Magno, di S. Girolamo e di Osio di Cordova.

Nel gennaio 1547 è chiamato dal vescovo di Augusta, cardinale Otto Truchsess von Waldburg a partecipare al Concilio di Trento; è da questo periodo che  Pietro Canisio inizia a utilizzare la forma latina del proprio nome.

Fu rettore e professore di teologia all’Università di Ingolstadt e, dal 1554 al 1555, amministratore dell’Arcidiocesi di Vienna, dove tenne affollatissime prediche nel Duomo di S. Stefano.

Il suo catechismo, che apparve nel 1555, sotto il titolo “Summa doctrinae christianae”, fu pensato come una risposta a Martin Lutero e fu ristampato, nel periodo in cui visse, ben 200 volte. Nel contempo egli svolse un’intensa attività controriformistica nella Germania meridionale con la piena fiducia sia dell’imperatore Ferdinando I sia di Pp Gregorio XIII (Ugo Boncompagni, 1572-1585).

Pietro Canisio si fece apprezzare in particolare per i suoi modi cortesi. Egli parlava di nuove dottrine, di nuovi insegnamenti e non di eretici o di errori.

  1. Ignazio lo chiamò in Italia, mandandolo dapprima in Sicilia a fondarvi il primo dei rinomati collegi, poi a Bologna ad insegnare teologia, per rimandarlo quindi in Germania, dove, per trent’anni, in qualità di superiore provinciale, trasfuse le sue migliori energie, in un’epoca tanto difficile per la scissione operata dalla riforma protestante.

Come scrittore non badò soltanto alle opere di erudizione, ma anche e soprattutto a quelle catechetiche, adattando l’insegnamento alle capacità dei piccoli e dei grandi:

  • Summa doctrinae christianae (1555)
  • Catechismus minimus (1556)
  • Parvus catechismus catholicorum (1558)
  1. Pio V (Antonio Michele Gislieri, 1566-1572) gli offrì il cardinalato, ma Pietro Canisio pregò il papa di lasciarlo al suo umile servizio della comunità, impiegando il tempo nella preghiera e nella penitenza.

Muore a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597; fu  sepolto nella chiesa del collegio Sankt Michael, fondato da lui nel 1580.

Pietro Canisio fu elevato agli onori dell’altare, nel 1869, dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) e canonizzato il 21 maggio 1925 da Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) che lo nominò pure Dottore della Chiesa.

Significato del nome Pietro : “pietra, roccia, sasso squadrato” (latino).

Per approfondimenti: >>> Lettera ai Vescovi tedeschi

(San Giovanni Paolo II ai vescovi tedeschi in occasione del IV centenario della morte di S. Pietro Canisio).



Fonti principali: santiebeati.it; vatican.va; wikipedia.org (“RIV./gpm”).

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