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San Vicente Ferrer

Sacerdote O.P.

SAINT VICENTE FERRER

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jaume_Huguet_StBernardi_Angel_Custodi-Catedral_BCN_0267.jpg

Vicente Ferrer nasce a Valencia il 23 gennaio 1350. Di nobile famiglia, studiò filosofia e a 17 anni entrò tra i domenicani. Il 5 febbraio 1367 riceve l’abito dei frati predicatori nel Convento eretto da re Giacomo a poca distanza dalla casa dei Ferrer.

Proseguì gli studi presso la casa di formazione del suo ordine a Barcellona, poi a Lerida. Studia e insegna logica; più tardi, nel 1373, mentre studia le Sacre Scritture e l’ebraico, insegna scienze naturali. Completa i suoi studi a Tolosa e ordinato sacerdote nel 1378.

Due mesi dopo il suo ritorno definitivo da Avignone a Roma, Pp Gregorio XI (Pierre Roger de Beaufort, 1370-1378) muore nel marzo 1378. E nell’Urbe tumultuante che gridava:“Vogliamo un papa romano, o almeno italiano”, i cardinali, in maggioranza francesi, eleggono il napoletano Bartolomeo Prignano alias Urbano VI (1378-1389). Ma questi si scontra subito con i suoi elettori, e la crisi porta a un contro-conclave nel quale, gli stessi cardinali, fanno Papa un altro: Roberto di Ginevra, ossia Clemente VII, che tornerà ad Avignone. Così comincia lo scisma d’Occidente, che durerà 39 anni. La Chiesa è spaccata e i regni d’Europa stanno chi con Urbano VI e chi con Clemente VII.

Vincenzo, nel 1379, conobbe il legato pontificio presso la corte di Pietro IV d’Aragona, il cardinale Pedro de Luna che lo spinse a sostenere il Pp avignonese, Clemente VII.

Pedro de Luna, eletto Papa nel 1394 dai cardinali avignonesi col nome di Benedetto XIII, scelse Vincenzo Ferrer come suo confessore personale e consigliere e lo nominò Penitenziere apostolico. Vincenzo accettò l’incarico ma, per umiltà, rifiutò la nomina a cardinale offertagli dal papa.

Nel settembre del 1398, durante l’assedio di Carlo VI di Francia (che non aveva riconosciuto l’elezione di Benedetto XIII) ad Avignone, Vincenzo Ferrer cadde malato; secondo una leggenda appartenente alla tradizione devozionale, sarebbe stato guarito miracolosamente da Gesù e dai SS. Francesco e Domenico che lo inviarono nel mondo a predicare, invitando i peccatori a convertirsi. Ottenuto il permesso di lasciare la corte pontificia e ricevuto il titolo di legato a latere, trascorse i successivi vent’anni della sua vita come predicatore in giro per l’Europa occidentale, ma soprattutto in Spagna, ottenendo, grazie alla sua abilità oratoria, al tono apocalittico dei suoi sermoni e alla fama di taumaturgo, numerose conversioni soprattutto di musulmani e ebrei.

Si impegnò soprattutto per comporre lo scisma d’occidente, dapprima tentando una mediazione tra Gregorio XII  (Angelo Correr, 1406-1415) e Benedetto XIII, poi cercando di convincere Benedetto a rinunciare alla tiara e, di fronte al suo rifiuto, cercando di sottrargli l’obbedienza della Spagna.

L’occasione gli si presentò nel 1412 quando, morto senza eredi Martino I d’Aragona, fu tra i giudici incaricati di stabilire la successione al trono;  il trono, infatti, venne assegnato al candidato sostenuto da Vincenzo: Ferdinando I di Aragona (detto il “Giusto”). Questi, nel Concilio di Costanza, si batté per la fine dello scisma e riconobbe l’elezione al soglio pontificio di Martino V (Oddone Colonna, 1417-1431), mettendo fine ad ogni pretesa di Benedetto XIII.

Il 5 aprile 1419, durante uno dei suoi viaggi, Vincenzo si spegne a Vannes (F). Il suo corpo oggi riposa nella cattedrale di Vannes, nella cappella del SS. Sacramento.

Nel suo processo di canonizzazione furono autenticati 873 miracoli. Uno, tra i più popolari prodigi a lui attribuiti, è salvezza di un muratore che stava cadendo da un andito. Questo prodigio fu reso ancora più strepitoso in quanto Vincenzo, in attesa del permesso del suo Superiore per eseguire il miracolo, mantenne il giovane sospeso a mezz’aria.

Vincenzo Ferrer fu canonizzato da Pp Callisto III (Alonso de Borgia, 1455-1458) il 29 giugno 1455 nella chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva a Roma; il suo culto fu confermato da Pp Pio II (Enea Silvio Piccolomini, 1458-1464) che, con la bolla del 1458, fissò per la sua festa la data del 5 aprile.

  1. Vincenzo Ferrer ha lasciato diversi scritti e opere di cui:

“De moderno schismate” : trattato teologico-canonico, che mira a dimostrare la legittimità di Clemente VII;

“De vita spirituali” : trattato di spiritualità, probabilmente il più diffuso al termine del Medioevo;

“Sermones” : discorsi suddivisi secondo i tempi liturgici e del calendario.

Significato del nome Vincenzo: “che vince, destinato a vincere” (latino).

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