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Martedì dell'Ottava di Pasqua

San Luigi Scrosoppi, Sacerdote e Fondatore

LUIGI SCROSOPPI;

Manfred Pesek CC

Luigi Scrosoppi nasce il 4 agosto 1804 a Udine e cresce in un ambiente familiare ricco di fede e carità cristiana.

A dodici anni intraprende la via del sacerdozio, frequentando il seminario diocesano di Udine e il 31 marzo 1827 è ordinato sacerdote; al suo fianco ci sono i fratelli Carlo e Giovanni Battista, entrambi sacerdoti.

L’ambiente poverissimo del Friuli dell’800, stremato da carestie, guerre ed epidemie, è per Luigi come un appello a prendersi cura dei deboli: si dedica, con altri sacerdoti ed un gruppo di giovani maestre, all’accoglienza e all’educazione delle “derelitte”, le ragazze più sole ed abbandonate di Udine e dintorni. Per loro mette a disposizione i suoi beni, le sue energie, il suo affetto; non risparmia niente di sé e quando le necessità sono più impellenti va a chiedere l’elemosina: egli ha fiducia nell’aiuto della gente e soprattutto confida nel Signore. La sua vita è infatti una manifestazione palpabile di grande fiducia nella Provvidenza divina. Così scrive, a proposito dell’opera di carità in cui è coinvolto: “La Provvidenza di Dio, che dispone gli animi e piega i cuori a favorire le opere sue, fu l’unica fonte dell’esistenza di questo Istituto…quella amorosa Provvidenza, che non lascia confondere chi confida in lei”. Non trascura occasione per infondere questa fiducia e serenità nelle ragazze accolte e nelle giovani donne dedite alla loro educazione. Esse vengono chiamate “maestre” perché sono abili nei lavori di cucito e di ricamo, ma sono anche capaci di insegnare a “scrivere, leggere e far di conto“, come si usava dire. Sono donne di età e di origini diverse, ed in ognuna di loro va maturando la decisione di mettere la propria vita nelle mani del Signore e di consacrarsi a lui, servendolo nella famiglia delle “derelitte”.

La sera del 1 febbraio 1837 nove donne, come segno della decisione definitiva, depongono i loro “ori” e scelgono di vivere nella povertà e nella donazione totale di sé. È in questa semplicità che nasce la congregazione delle “Suore della Provvidenza”, la famiglia religiosa fondata da Padre Luigi. Alle prime maestre si uniscono altre. Ci sono le ricche e le povere, le colte e le analfabete, le nobili e quelle di origini umili: nella casa della Provvidenza c’è posto per tutte e tutte diventano sorelle.

Nel frattempo, Luigi va maturando il bisogno di una consacrazione più totale al Signore. È affascinato dall’ideale di povertà e di fraternità universale di Francesco d’Assisi, ma gli eventi della vita e della storia lo condurranno sulle orme di S. Filippo Neri, il cantore della gioia e della libertà, il santo della preghiera, dell’umiltà e della carità.

La vocazione “oratoriana” di Luigi si realizza nel 1846 e nella maturità dei suoi 42 anni, diventa figlio di S. Filippo: da lui impara la mansuetudine e la dolcezza che lo aiuteranno ad essere più idoneo al compito di fondatore e padre della Congregazione delle “Suore della Provvidenza”.

Lentamente si delineano in Padre Luigi i tratti fondamentali di una vita spirituale centrata su Gesù Cristo, amato e imitato nell’umiltà e povertà della sua incarnazione a Betlemme, nella semplicità della vita laboriosa di Nazareth, nella completa immolazione della croce sul Calvario, nel silenzio dell’Eucaristia. Tutte le opere da lui avviate durante la sua vita riflettono la sua scelta preferenziale verso i più poveri, verso gli ultimi, gli abbandonati. “Dodici case – aveva profetizzato – aprirò prima della mia morte”, e fu così.

Ormai anziano, con la sua abituale apertura di spirito, capisce che è venuto il momento di cedere il timone e lo cede alle suore con serenità e speranza. Mantiene tuttavia con tutte un rapporto epistolare che contribuisce a rinsaldare i legami di affetto e di carità e, nella sua sollecitudine paterna, mai si stanca di raccomandare la fraternità e la fiducia.

Alla fine del 1883 è costretto a sospendere ogni attività, le forze cominciano a diminuire ed è tormentato da una febbre costantemente alta. La malattia progredisce inesorabilmente. Raccomanda alle suore di non temere nulla “perché è Dio che ha fatto nascere e crescere la famiglia religiosa, e sarà ancora lui che la farà progredire”.

Quando sente giungere la fine, vuole salutare tutti. Quindi rivolge le ultime parole alle Suore: “Dopo la mia morte, la vostra Congregazione avrà molte tribolazioni, ma dopo rinascerà a vita nuova. Carità! Carità! Ecco lo spirito della vostra famiglia religiosa: salvare le anime e salvarle con la Carità”.

Nella notte di giovedì 3 aprile 1884, avviene il suo incontro definitivo con Gesù.

La fama della sua santità si propagò subito tra il popolo. Non soltanto i credenti salutarono la morte di un santo, ma persino gli anticlericali. Gli stessi cinque quotidiani non cattolici di Udine, liberali, anticlericali e massonici, riconobbero l’eccezionalità della sua figura di prete. Una testimonianza tra tutte, tratta dal giornale “Il Friuli“, notoriamente mangiapreti: “Pare impossibile– scrisse -, ma questa volta il filantropo è un prete… è don Luigi Scrosoppi, un bravo ministro di dio (con la “d” minuscola, sic), che si prestò sempre con zelo per il bene del suo prossimo e si adoperò per l’istituzione di parecchi istituti di beneficenza”.

E da subito cominciarono le grazie, le guarigioni fisiche e morali, attribuite alla sua intercessione. Il processo ordinario per il riconoscimento della sua santità si svolse dal 1932 al ’36. Le sue virtù eroiche furono riconosciute ufficialmente dal Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) il 12 giugno 1978.

San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) lo beatificò, in P.za San Pietro, il 4 ottobre 1981.

L’ultimo miracolo, ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa per l’ultima tappa della canonizzazione, fu compiuto a favore di Peter Chungu Shitima, nello Zambia. Studente dell’Oratorio di san Filippo in Sudafrica, si ammalò di polineurite periferica agli arti inferiori e della sindrome cachettica, insomma ammalato di AIDS in fase terminale. Fu mandato a casa in Zambia dagli stessi medici, perché morisse in famiglia. La comunità dell’Oratorio, i parrocchiani e la stessa famiglia cominciarono a chiedere la guarigione di Chungu per l’intercessione di padre Luigi, di cui Chungu era molto devoto. Una notte Chungu sognò padre Luigi che lo rassicurò sulla sua guarigione. Il giorno dopo cominciò ad alzarsi e a star bene, come prima della malattia. Ora si trova di nuovo in Sudafrica, in seminario.

San Giovanni Paolo II riconobbe ufficialmente la santità di padre Luigi nel Concistoro pubblico del 23 marzo 2001. La solenne canonizzazione ebbe luogo il 10 giugno 2001, in P.za S. Pietro, alla presenza di migliaia di fedeli provenienti dal suo Friuli e da tutte le parti d’Italia e del mondo, ove ancor oggi e sempre, con lo stesso zelo per i poveri, operano le sue amatissime suore.

Significato del nome Luigi : “combattente valoroso” (franco-tedesco).

Per approfondimenti:

>>> S. Luigi Scrosoppi



Fonti principali: suoredellaprovvidenza.it; vatican.va (“RIV./gpm”).

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