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Caterina Ulfsdotter, meglio conosciuta col nome di Caterina di Svezia, era la secondogenita degli otto figli di S. Brigida.
Questa grande mistica svedese, che molta influenza ebbe nella storia, nella vita e nella letteratura del suo Paese, fu la fondatrice, nel 1369, dell'Ordine del Ss. Salvatore di Santa Brigida (gli appartenenti a quest’ordine sono chiamati brigidini o brigidine).
Caterina, nata nel 1331, in giovanissima età si era maritata con Edgarvon Kyren, nobile di discendenza e soprattutto di sentimenti, poiché acconsentì al desiderio della giovane e graziosa consorte di osservare il voto di continenza, anzi, con commovente emulazione nella pratica della cristiana virtù della castità, si legò egli stesso a questo voto.
Nell'anno santo 1350 si recò a Roma insieme con un gruppo di pellegrini per lucrare il giubileo; vi rimase poi per condividere la vita della madre nella casa di Piazza Farnese, tanto più che era stata raggiunta dalla notizia della morte del marito in Svezia, avvenuta il giovedì santo di quell'anno.
Da questo momento la vita delle due straordinarie sante scorre sullo stesso binario: la figlia partecipa con totale dedizione all'intensa attività religiosa di S. Brigida. Questa aveva creato in Svezia una comunità di tipo cenobitico, nella cittadina di Vadstena, per accogliervi in separati conventi di clausura uomini e donne sotto una regola di vita religiosa ispirata al modello del mistico S. Bernardo di Chiaravalle.
Durante il periodo romano Caterina fu costantemente accanto alla madre, nei lunghi pellegrinaggi intrapresi, spesso tra gravi pericoli, dai quali le due sante non sarebbero uscite indenni senza un intervento soprannaturale (S. Caterina viene spesso rappresentata accanto ad un cervo, che, secondo la leggenda, più volte sarebbe comparso misteriosamente per trarla in salvo).
Dopo la morte della madre, avvenuta il 23 luglio 1373, Caterina accompagnò le reliquie che vennero riportate a Vadstena; qui entrò monaca nel monastero brigidino, di cui fu la prima Badessa.
Fu di nuovo a Roma per ottenere l'approvazione della Regola dell' Ordine del Ss. Salvatore e per partecipare al processo di canonizzazione di sua madre: in questa occasione si mostrò « vera figlia di S. Brigida », come ebbe a chiamarla il Papa per la sua eloquenza.
A Roma, narra una tradizione leggendaria, Caterina avrebbe prodigiosamente salvato la città dalla piena del Tevere, che aveva già abbattuto gli argini; l'episodio è raffigurato in un dipinto conservato nella cappella a lei dedicata nell'abitazione di P.za Farnese.
Tornò a Vadstena, ormai sfinita e malata: vi morì il 24 marzo del 1381; le spoglie, tumulate nella chiesa del monastero, divennero oggetto di grande venerazione popolare.
Caterina di Svezia fu proclamata santa da Pp Innocenzo VIII (Giovanni Battista Cybo, 1484-1492) nel 1484.