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San Girolamo Emiliani

Sacerdote e Fondatore

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In un’epoca in cui la cultura contava moltissimo e tuttavia la scuola era privilegio di pochi, si ebbe nella Chiesa una fioritura di santi che si dedicarono per missione all’istruzione della gioventù. L’epoca è il Cinquecento, e i santi che ebbero il merito di avvertire l’importanza dell’insegnamento scolastico per l’emancipazione sociale delle classi povere costituiscono un lungo elenco: Gaetano da Thiene, Antonio Maria Zaccaria, Angela Merici, Girolamo Emiliani, Filippo Neri, Giuseppe Calasanzio ecc.

Dei primi anni di vita di Girolamo Emiliani si sa poco: nasce a Venezia nel 1486 e come tutti i patrizi della Serenissima venne avviato alla carriera militare.

Nel 1511, a Castelnuovo, mentre combatteva contro la Lega di Cambrai, Girolamo è fatto prigioniero e rinchiuso nei sotterranei del castello con ceppi ai piedi e alle mani e al collo una catena fissata ad una pesante palla di marmo. Ebbe il tempo di meditare a lungo sulla caducità della “potenza” secondo la sola accezione militare: nei giorni passati nella solitudine della prigione si avvicina alla preghiera, trovandosi, secondo la leggenda devozionale, improvvisamente libero. Di questo avvenimento (al di là della data, il 27 settembre 1511) non si seppe mai nulla con esattezza: l’unica cosa certa è che Girolamo attribuì sempre la sua liberazione all’intervento speciale e personale della Madonna.

Ormai libero, sentì viva la vocazione all’impegno missionario al servizio dei poveri, degli infermi, dei giovani abbandonati e delle donne “pentite”: campo assai vasto.

Dopo un breve “noviziato” come penitente con Giovanni Pietro Carafa, il futuro Paolo IV, Girolamo si consacrò a Dio e al bene nel 1518.

Dieci anni più tardi, poiché una terribile carestia travagliava l’intera penisola, subito seguita dalla peste, vendette tutto ciò che possedeva, compresi i mobili di casa, e si dedicò all’assistenza agli appestati. Bisognava dare sepoltura ai morti, e lo fece ogni notte. Ma bisognava pensare anche ai sopravvissuti, soprattutto ai bambini che avevano perso i genitori e alle donne che la miseria aveva spinto alla prostituzione. Verona, Brescia, Como e Bergamo furono il campo della sua intensa azione benefica.

Fu allora che in un paesino del bergamasco, a Somasca, ebbe inizio la « Congregazione dei Chierici Regolari », che avrebbero preso il nome di Padri Somaschi. Furono loro ad attuare un grande progetto del fondatore: l’istituzione di scuole gratuite aperte a tutti e in cui veniva adottato il rivoluzionario “metodo dialogato”.

Girolamo Emiliani muore l’8 febbraio 1537 mentre assisteva i malati di peste a Somasca. Colpito dallo stesso terribile morbo, si congedò definitivamente dai suoi figli prediletti: i poveri e gli ammalati a cui aveva dedicato tutte le sue laboriose giornate per pochi ma intensi anni.

Fu dichiarato beato nel 1747 dal Pp Benedetto XIV (Prospero Lorenzo Lambertini, 1740-1758) e canonizzato dal Papa Clemente XIII (Carlo Rezzonico, 1758-1769) nel 1767.

Nel 1928 Pp Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) lo proclamò “Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata”, riconoscendogli il merito e l’originalità del servizio reso.

La memoria liturgica ricorre l’8 febbraio (prima della riforma, era il 20 luglio) ed è celebrata con una grande festa presso il santuario di Somasca-Vercurago (Lecco) dove sono custodite le reliquie del santo.

I Padri Somaschi sono presenti in : Italia, Spagna, Stati Uniti d’America, Messico, Guatemala, Honduras, El Salvador, Colombia, Brasile, Filippine, India, Polonia, Ecuador, Romania, Sri Lanka.

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