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San Domenico Savio

Allievo di don Bosco (1842-1857)

SAN DOMENICO SAVIO

Wikipedia

Domenico Savio, soprannominato in piemontese “Minòt”, nasce il 2 aprile 1842 a San Giovanni, frazione di Riva presso Chieri, agli estremi confini della provincia e della diocesi torinese. Fu il secondo di ben dieci fratelli, figli di Carlo, che svolge l’attività di fabbro, e di Brigida Gaiato, sarta. Il piccolo Domenico venne battezzato nella chiesa dell’Assunta in Riva il giorno stesso.

Cresciuto in una famiglia ricca di valori, fin da piccolo impressionò moltissimo per la sua maturità umana e cristiana. Attendeva il sacerdote fuori dalla Chiesa, anche sotto la neve, per servire alla S. Messa. Era sempre allegro.

Aveva preso con serietà la vita, tanto che – ammesso a soli sette anni alla Prima Comunione, che ricevette l’8 aprile 1849, tracciò in un quadernetto il suo progetto di vita:

  • Mi confesserò molto sovente e farò la comunione tutte le volte che il confessore me lo permetterà.
  • Voglio santificare i giorni festivi.
  • I miei amici saranno Gesù e Maria.
  • La morte ma non peccati”.

A 12 anni incontra don Bosco e gli chiede di essere ammesso nell’Oratorio di Torino, perché desiderava ardentemente studiare per diventare sacerdote. Don Bosco, stupito, gli disse: “Mi sembra che ci sia buona stoffa”. “Io sarò la stoffa: lei sia il sarto, allora”, aveva risposto Domenico.

Accolto all’Oratorio gli chiese di aiutarlo a “farsi santo“. Mite, sempre sereno e lieto, metteva grande impegno nei doveri di studente e nel servire in ogni modo i compagni, insegnando loro il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi…

Ai compagni, appena arrivato all’Oratorio, diceva: “Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. Procuriamo “soltanto di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore, di adempiere esattamente i nostri doveri”.

Fedelissimo al suo programma, sostenuto da un’intensa partecipazione ai sacramenti e da una filiale devozione a Maria, gioioso nel sacrificio, fu da Dio colmato di doni e carismi.

L’8 Dicembre 1854, proclamato il dogma dell’Immacolata dal Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878), Domenico si consacrò a Maria e cominciò ad avanzare rapidamente nella santità. Nel 1856 fondò con alcuni amici dell’Oratorio la “Compagnia dell’Immacolata” per un’azione apostolica di gruppo.

Mamma Margherita disse a don Bosco: “Tu hai molti giovani buoni, ma nessuno supera il bel cuore e la bell’anima di Savio Domenico”. E spiegò: “Lo vedo sempre pregare, restando in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno si toglie dalla ricreazione per far visita al SS. Sacramento… Sta in chiesa come un angelo che dimori in Paradiso”.

Muore a Mondonio il 9 Marzo 1857. Don Bosco ne scrisse la biografia, e piangeva ogni volta che la rileggeva. I suoi resti mortali si venerano nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Papa Pio XI (Ambrogio Damiano Achille Ratti, 1922-1939) lo definì un “piccolo, anzi grande gigante dello spirito”.

Domenico Savio fu beatificato a Roma il 5 marzo 1950 dal Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) e canonizzato il 12 giugno 1954 dallo stesso Papa.

È patrono delle mamme in attesa, e per sua intercessione si registrano ogni anno un numero sorprendente di grazie.

Significato del nome Domenico : “consacrato al Signore” (latino).

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