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Daily Prayer
Meditazione del giornogiovedì 14 Ottobre

Baldovino di Ford (?-ca 1190)

abate cistercense, poi vescovo

Il sacramento dell'altare, II, 1; SC 93

« Cominciarono a trattarlo ostilmente, tendendogli insidie »

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Questo Figlio unigenito è stato «offerto», non perché i suoi nemici avessero prevalso, bensì perché lui in prima persona l'ha voluto (cfr Is 53,10.11). «Amò i suoi fino alla fine» (Gv 13,1). La fine è la morte accettata per coloro che egli ama; ecco la fine di ogni perfezione, la fine dell'amore perfetto, perché «nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).

Nella morte di Cristo, questo amore è stato più potente dell'odio dei suoi nemici; l'odio ha potuto fare soltanto ciò che l'amore gli ha permesso. Giuda, o i nemici di Cristo l'hanno consegnato alla morte, per la loro cattiveria. Il Padre ha consegnato suo Figlio, e il Figlio ha consegnato se stesso per amore (Rom 8,32; Gal 2,20). L'amore tuttavia non è colpevole di tradimento; è innocente, anche quando Cristo muore a causa di esso. Infatti solo l'amore può fare liberamente quanto gli piace. Solo l'amore può costringere Dio e, come lui, dare ordini. È l'amore che l’ha fatto scendere dal cielo e l’ha messo in croce, ad aver sparso il sangue di Cristo per la remissione dei peccati, in un atto tanto innocente quanto salutare. Tutta la nostra azione di grazia per la salvezza del mondo è dunque dovuta all'amore. E ci spinge con una logica imperiosa ad amare Cristo quanto altri hanno potuto odiarlo.

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