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Daily Prayer
Meditazione del giornogiovedì 10 Giugno

Doroteo di Gaza (ca 500-?)

monaco in Palestina

Discorsi spirituali, 8, 90-91

Il fuoco dell'ira

Il rancore si distingue dall'ira, che a sua volta si distingue dall'irritazione, che si distingue ancora dal turbamento. Ecco un esempio per farvelo capire. Quando uno accende un fuoco, ha dapprima solo un piccolo pezzo di carbone. Rappresenta la parola del fratello che ti ha offeso. Non è ancora nulla se non un piccolo carbone; infatti, che cosa è mai una semplice parola di tuo fratello? Se la sopporti, spegni il carbone. Se invece cominci a pensare: « Perché mi ha detto questo? Ho di che rispondergli! » (...) , come chi accende un fuoco, tu getti in esso dei brandelli e fai fumo, cioè il turbamento. (...)

Sopportando la piccola parola di tuo fratello, potevi spegnere il carbone, prima che apparisse il turbamento. Ma anche questo turbamento lo puoi ancora placare facilmente per mezzo del silenzio, della preghiera, di un solo moto del cuore. Se invece continui a far fumo, cioè ad esaltare e ad eccitare il tuo cuore pensando: « Perché mi ha detto questo? Anch'io posso dirgliene! », l'afflusso e lo scontro dei pensieri, tormentando e scaldando il cuore, provocano la fiamma dell'irritazione. (...) Ecco venuta quindi l'irritazione. (...)

Se vuoi, puoi ancora spegnerla, prima che diventi ira. Ma se continui a turbarti e a turbare gli altri, fai come uno che getta la legna nel focolare e attizza il fuoco: allora c'è una bella brace. Questa è l'ira. (...) E come la brace, messa da parte, sussiste a lungo, anche se si getta sopra dell'acqua, così, l'ira che si prolunga diviene rancore. (...)

Vedete come da una sola parola si giunge a un così grande male? Se dall'inizio si fosse sopportata con pazienza la parola del fratello, senza rendere il male ricevuto, si sarebbe potuto sfuggire a tutti questi mali.

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