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Santi Cosma e Damiano

Medici taumaturghi e anarghiri (lavoravano gratis)

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Wellcome Library, London

Dalle fonti a disposizione, risulta che nella storia si siano formate tre diverse coppie dei santi Cosma e Damiano, e con esse tre diverse tradizioni:

  1. una tradizione “Asiatica” nella città di Costantinopoli, capitale dell’impero bizantino;
  2. una tradizione “Romana” affermatasi in Siria;
  3. una tradizione “Arabica” diffusa in Occidente, precisamente a Roma.

Tuttavia le tre diverse tradizioni avevano molti aspetti in comune: le tre facevano riferimento a “fratelli, gemelli e medici“. Questi erano in grado di operare prodigiose “guarigioni” e “miracoli” e la loro azione era completamente gratuita nei confronti di tutti, da qui l’appellativo “Anàrgiri” (dal greco anargyroi, nemici del denaro). Con questo termine si designavano nella Chiesa greca i santi che, secondo gli scritti agiografici, esercitavano la medicina senza alcuna retribuzione.
Secondo la tradizione agiografica che, sebbene non storicamente verificabile, è supportata dall’antichità del culto loro tributato, i due erano gemelli originari dell’Arabia, appartenenti ad una ricca famiglia. Il padre si convertì al cristianesimo, dopo la loro nascita, ma morì durante una persecuzione in Cilicia; la madre, Teodota (o Teodora), da più tempo cristiana, si occupò della loro prima educazione.

Dopo aver appreso l’arte medica nella provincia romana di Siria, praticarono la loro professione nella città portuale di Ægea, in Cilicia, sul golfo di Alessandretta.

Prestavano la loro opera con assoluto disinteresse, senza mai chiedere retribuzione alcuna, né in denaro, né di altro genere, sia dai ricchi che dai poveri, in applicazione delle parole del vangelo:

« Gratis accepistis, gratis date »  – « Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. »   (Mt 10,8)

Uno dei loro più celebri miracoli, tramandati dalla tradizione, fu quello di aver sostituito la gamba ulcerata di un loro paziente con quella di un etiope morto di recente.

Secondo la passio, tuttavia, in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani di Damiano, da parte di una contadina, Palladia, miracolosamente guarita dall’emorroissa. Cosma era rimasto tanto deluso e mortificato per quel gesto da esprimere la volontà che le sue spoglie fossero deposte, dopo la morte, lontane da quelle del fratello.

Durante le persecuzioni dei cristiani promosse da Diocleziano (284 – 305) furono fatti arrestare dal prefetto di Cilicia, Lisia. Avrebbero subito un feroce martirio, così atroce che su alcuni martirologi è scritto che essi furono martiri cinque volte. I supplizi subiti da Cosma e Damiano differiscono secondo le fonti.

Secondo alcune furono lapidati ma le pietre rimbalzavano contro i soldati, secondo altre furono crudelmente fustigati, crocefissi e bersagliati dai dardi, ma questi rimbalzavano senza riuscire a fare loro del male. Altre fonti, ancora, narrano che furono gettati in mare da un alto dirupo con un macigno appeso al collo, ma i legacci si sciolsero e i fratelli riuscirono a salvarsi, o che incatenati e messi in una fornace ardente, non vennero bruciati dal fuoco.

Cosma e Damiano infine vennero decapitati, assieme ai loro fratelli (o discepoli) più giovani, Antimo, Leonzio ed Euprepio, nella città di Cirro, nei pressi di Antiochia.

Dopo il loro martirio coloro che avevano assistito al macabro spettacolo vollero dare degna sepoltura a coloro che tanto bene avevano elargito in vita, cercando anche di rispettare la volontà di Cosma circa la separata sepoltura: ciò, però, fu loro impedito da un cammello che, secondo la leggenda, prese voce dicendo che Damiano aveva accettato quella ricompensa solo perché mosso da spirito di carità, onde evitare che quella povera donna potesse sentirsi umiliata dal rifiuto. I presenti diedero dunque sepoltura ai loro corpi deponendoli l’uno a fianco all’altro.

Il culto dei santi Cosma e Damiano, invocati come potenti taumaturghi, iniziò subito dopo la loro morte. Il vescovo di Cirro, Teodoreto († 458), parla già della divisione delle loro reliquie, inviate alle numerose chiese già sorte in loro onore (a Gerusalemme, in Egitto, in Mesopotamia); l’imperatore Giustiniano I e il patriarca Proclo dedicarono ai santi una basilica di Costantinopoli che divenne meta di numerosi pellegrinaggi; anche a Roma papa Felice IV (526 – 530) edificò, sul sito dell’antico Templum Romuli e della Bibliotheca Pacis, nel Foro di Traiano, una basilica a loro intitolata e ne favorì il culto in opposizione a quello per i pagani Castore e Polluce.

La Chiesa cattolica celebrava la loro memoria liturgica il 27 settembre  ma il Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) spostò la festa al 26 settembre e rese il culto facoltativo.

Il loro culto è diffuso in tutto il mondo e in diverse provincie italiane fra cui Bari, Brindisi, Frosinone, Latina (dove c’è il comune di SS. Cosma e Damiano), Lecce,  Salerno, nonché in molte città fra cui  Bitonto.

Bitonto (Vêtonde in dialetto bitontino), nella provincia di Bari, che possiede le reliquie delle mani dei santi, attira fedeli da tutta Italia per la solenne processione che si tiene la terza domenica di ottobre. Ogni anno la città di Bitonto festeggia i santi medici Cosma e Damiano due volte:

  • La prima coincide con la solennità liturgica latina che si celebra il 26 settembre; nei giorni precedenti, i fedeli partecipano alle celebrazioni liturgiche con inni, canti, preghiere e novene.
  • La seconda, definita esterna, fu fissata nella terza domenica di ottobre dalla Curia Vescovile di Bitonto nel 1733 ad opera del parroco don Giuseppe Carlo Minnuto. Questa data tra l’altro permetteva alle popolazioni rurali di portare a termine tutte le attività legate alla campagna vinicola. La festa esterna è basata su due eventi essenziali, la così chiamata “Nottata” e la Processione detta “Intorciata”.

Significato del nome Cosma : “ben ordinato, bello” (greco).

Significato del nome Damiano : “domatore” o “del popolo” (greco).

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