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A coloro che lottano contro impulsi suicidi

SAD

Marjan Apostolovic - Shutterstock

Edifa - pubblicato il 23/04/21

Se vi viene il pensiero del suicidio, perché siete troppo tristi, affidatevi al Signore Gesù. Anche Lui ha conosciuto la solitudine.

di Alain Quilici

Come si può non essere sconvolti dalla notizia di un suicidio? C’è qualcosa di terribile, e il dolore è aggravato dal profondo mistero che ancora circonda questo atto. Anche se l’argomento è difficile, è necessario parlarne da un doppio punto di vista. Prima dal punto di vista di chi apprende la notizia, poi dire una parola a coloro ai quali può venire l’idea del suicidio. È importante parlarne nonostante il rischio di trattare argomenti così pericolosi, ed è vero che c’è un rischio multiplo nel toccare temi così delicati. Ma non facciamo finta: se non parliamo di questo argomento, altri lo faranno, e senza alcuno scrupolo.

Solo Dio sa cosa succede nel cuore di coloro che ci sono a fianco

Quando arriva la notizia del suicidio, la prima cosa è di astenersi dal dare giudizi categorici. Non si sa mai cosa possa essere successo nella vita, nel cuore, nella mente della persona che prende la terribile decisione di porre fine alla sua vita. Ne sappiamo quali afflizioni abbia vissuto, o quale vento di disperazione può averlo invaso brutalmente, o che tipo di sfida può aver voluto affrontare, forse sperando, come in un sogno, di potersi svegliare alla fine. Dobbiamo pregare incessantemente che il Signore mandi a ciascuno il Suo angelo consolatore nel momento delle tentazioni estreme. Ed è per questo che nell’Ave Maria chiediamo alla Vergine Maria di pregare per noi nell’ora della nostra morte, perché avremo bisogno in quel momento (qualunque esso sia) di un angelo che venga ad assisterci in questa battaglia finale, come uno di loro fece per lo stesso Signore Gesù (Lc 22, 43).

È un grande mistero quello della relazione dell’uomo con il suo Dio, dello stesso ordine di quella dell’uomo nei confronti della sua morte. Ognuno è davvero solo in questo faccia a faccia, e chi può vantarsi di conoscere il cuore dell’uomo e di sapere cosa succede in lui? Siamo troppo spesso spettatori sfortunati di drammi di cui non conosciamo nemmeno la prima parola. E noi stessi a volte sperimentiamo felicità o smarrimento che ci è impossibile confidare, e per questo dobbiamo pregare instancabilmente gli uni per gli altri: perché solo Dio sa cosa succede nel cuore di coloro con cui siamo a contatto.

Confidare in Dio anche se non vediamo le vie in cui Egli ci conduce

Se la Chiesa condanna assolutamente il suicidio e lo classifica come uno dei peccati più gravi, non è per opportunismo, è perché la Rivelazione biblica ci insegna che ogni vita umana è un dono di Dio e che non siamo padroni né dell’ora della nostra nascita né della nostra morte. Non si tratta di un semplice divieto, che si potrebbe sospettare dettato dalla prudenza. È effettivamente un divieto, ma non deve nascondere l’altro lato della Rivelazione: Dio ha un amore privilegiato per ognuno di noi. Quando il profeta Isaia ricevette da Dio questa parola per il suo popolo: “Tu sei prezioso ai miei occhi! ” (Is 43, 4), annuncia ciò che il Signore Gesù confermerà definitivamente: Dio veglia su ognuno di noi con un amore particolare. A ciascuno riserva un’attenzione speciale, che non possiamo immaginare, noi che siamo così infedeli e volubili nelle nostre amicizie.

Ciò di cui abbiamo più bisogno è ricordare di quale amore siamo amati, e quanto dobbiamo avere fiducia nel nostro Dio anche se non vediamo molto bene su quali vie Egli ci conduce. Quando Gesù dice: “Pregate senza sosta!”, Egli non intende altro che: “Pensate senza sosta al vostro Dio: è un Padre che veglia su di voi. Perché se Egli veglia sull’erba del campo così bella, e sugli uccelli del cielo così piccoli, quanto più veglia su di voi, che siete i Suoi amati figli. Bisogna prima cercare l’amicizia di Dio, tutto il resto ci verrà dato in aggiunta”.

Ciò di cui tutti hanno più bisogno dopo, è qualcuno con cui parlare. Non per chiacchierare superficialmente, ma per instaurare un dialogo da cuore a cuore, con verità: chi lo trova può considerarsi il più felice degli uomini. Troppa solitudine è insopportabile, l’uomo non è fatto per vivere da solo, ha urgente bisogno di calore. Il bisogno di comunità vere e fraterne è vitale, è addirittura elementare: senza di essa, la porta è aperta alla disperazione.

Le nostre prospettive sono spesso troppo terra a terra

Abbiamo dimenticato troppo che il nostro destino è eterno. Non pensiamo abbastanza a ciò che Cristo ripete tuttavia così spesso, cioè che il tempo che ci è dato sulla Terra è un tempo di preparazione all’altra vita: questa durerà un momento eterno, o in Dio o senza Dio, questa scelta dipende da noi e non dobbiamo sprecare le nostre opportunità. Certamente Dio è misericordioso, ma non può acconsentire di fare a meno di Lui in eterno. Porre fine consapevolmente e volontariamente alla propria vita è decidere di porsi definitivamente al di fuori della Presenza Divina. Non ci sarebbe niente di peggio! Sarebbe un errore pensare che mettendo fine ai propri giorni sulla terra, si affretti l’ingresso in Cielo. Perché non siamo padroni del tempo, siamo nelle mani paterne di Dio, Lui solo sa di cosa abbiamo bisogno.

D’altra parte, noi viviamo con l’unico orizzonte di stabilire sulla terra un benessere puramente materiale. Alle folle indifese viene inculcato, attraverso un martellamento pubblicitario, un ideale di successo standard, senza il quale la vita non è più, si dice, degna di essere vissuta. Viene allora imposto un modello fuori dal quale veniamo persuasi di non esistere più. Essendo l’orizzonte così limitato, il futuro così bloccato, l’uomo è spinto alla disperazione: non avere successo sulla terra, con quel tipo di successo, ci condanna ad essere “inesistenti”. La vita sulla terra è solo il primo tempo di un’avventura, di cui l’essenziale sfugge ai nostri occhi: il nostro orizzonte è il Cielo, e il Cielo è stare con Dio. La promessa che Gesù ci fa è di condividere la Sua vita divina con il Padre per tutta l’eternità, e non c’è urgenza maggiore per noi di non mancare questo appuntamento.

La tentazione del suicidio è quella di dubitare di questo destino eterno, di pensare che si possa porre fine ai problemi della vita, o ad una tristezza pesante da portare, cancellando tutto in una volta, ciò ci fa pensare che non ci sia un aldilà e che la morte potrebbe essere una soluzione. Questo sarebbe vero solo se la morte fosse davvero un punto di arrivo. Ma chi può dirlo? Il Signore Gesù in ogni caso dice il contrario. Quando promette al ladrone che muore con Lui e che sarà con Lui in Paradiso (Lc 23, 43), conferma ciò che aveva sempre detto: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in Me. Nella casa del Padre Mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con Me, perché siate anche voi dove Io sono. E del luogo dove Io vado, voi tutti conoscete la via” (Gv 14, 1-4).

A tutti coloro che hanno pensieri neri

Se vi viene il pensiero del suicidio, perché siete troppo tristi, o perché le preoccupazioni pesano troppo sul vostro cuore, affidatevi al Signore Gesù. Anche Lui ha conosciuto il dramma di questa solitudine, di essere abbandonato dai Suoi amici, di non essere più considerato, di non avere più speranze umane; ma Egli Si è affidato a Suo Padre, ha posto la Sua fiducia assoluta in Lui. Ha lasciato che Lui Lo guidasse mentre era in una terribile angoscia, perché sapeva che il Padre del Cielo non abbandona Suo Figlio, ma Lo consola, Lo conforta, L’assiste.

Pensate al Cielo, pensate al posto che il Signore vi ha riservato presso di Lui, e che vi darà quando verrà la vostra ora. Chiamate la Vergine Maria in vostro aiuto, e invece di pensare a voi stessi con tanta insistenza, distogliete lo sguardo da voi stessi e guardate gli altri. Hanno bisogno di voi, forse aspettano quello che anche voi aspettate: un sorriso, un gesto, una presenza, una parola semplice e vera… Alzate gli occhi, non guardate più la terra, ma il Cielo. Il vostro cuore è grande, molto più grande di quanto pensiate, è fatto per Dio, è fatto per l’eternità, e un’eternità felice; ci sarete pienamente nell’ora che il Signore ha scelto.

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