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Scuse e giustificazioni che possono mettere a repentaglio la vostra relazione

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Edifa - pubblicato il 06/03/21

Non solo il criminale sospettato di delitto o l’automobilista accusato di infrazione possono giustificarsi, inventando degli alibi utili. Ciascuno di noi è capace di trovare delle scuse e delle giustificazioni.

di Denis Sonet

Che si tratti di una coppia all’inizio della relazione o di una coppia sposata da anni, nessuna è al riparo da una rottura causata da queste scuse e giustificazioni.

Scuse e alibi che minacciano ogni coppia

Le giovani coppie che iniziano una storia d’amore possono ricorrere ad esse. I loro sentimenti non sono ancora chiari. Se uno si affeziona più rapidamente e più fortemente dell’altro, quest’ultimo, per rallentare un processo che considera troppo rapido, immagina degli alibi per guadagnare tempo e non farlo soffrire: “Al momento, devo assolutamente pensare prima di tutto alla mia carriera”; “Siamo giovani per prendere una decisione”, etc. Non si tratta di vere e proprie bugie: ogni alibi spesso contiene una parte di verità. Resta che l’atteggiamento più appropriato sarebbe per questi giovani tendere ad una grande trasparenza, esprimere con verità i sentimenti che li abitano e la loro evoluzione: “Vedi, non voglio ingannarti: ho dei sentimenti per te, ma mi sembra che non siano ancora abbastanza forti perché io ti dica il ‘ti amo per sempre’ che stai aspettando”. La vaghezza può solo generare delle spiacevoli illusioni.

Gli alibi si possono trovare anche nella vita quotidiana di un matrimonio. “Sono stanco!” Può non sembrare molto, ma questa frase può essere molto utile per rifiutare un servizio, un’uscita desiderata dall’altro o un gesto d’amore. Non è sempre facile individuare se siamo in presenza di un alibi calcolato o di una vera stanchezza. La paura di ferire l’altra persona spiega spesso perché “minimizziamo” le nostre intenzioni, o perché evitiamo di esprimerle senza sentirci in colpa.

Gli alibi fioriscono soprattutto quando delle coppie si separano: il bisogno di giustificarsi è imperativo agli occhi del colpevole. Il marito o la moglie che lascia la casa coniugale perché è infatuato di un’altra persona, trova spesso degli alibi per spiegare le sue azioni. Lui (lei) dirà prontamente: “Sai bene che da un po’ di tempo non contavo più per te, che t’interessavi solo ai bambini e al tuo lavoro”. Il coniuge abbandonato, che già si sentiva in colpa per non essere stato capace di capire e amare veramente colui che si allontanato, si sente ancora più in colpa quando quest’ultimo gli rimprovera una mancanza di tenerezza o ogni sorta di debolezza o incapacità. È facile trovare, nelle inevitabili imperfezioni del coniuge, dei pretesti per rompere! In questi tristi casi è bene che colui che lascia la casa coniugale abbia almeno il coraggio di chiarire le ragioni esatte della sua partenza. O anche, a volte, riconosca che la vera causa è questa grande passione che si è impossessata di lui. Per il coniuge abbandonato, sollevato da una colpa che non meritava realmente, la sofferenza sarà meno forte.

Cosa si può fare per evitare la rottura o la stanchezza?

Alla fine, qualunque siano i momenti della vita di coppia, è importante che la relazione sia vissuta nella verità. Anche se la trasparenza totale è impossibile, è bene fare lo sforzo di dire la verità. Questo richiede un’autentica lealtà da parte di ciascuno. Che sollievo quando, su questo o quel punto conflittuale o doloroso, riusciamo a spiegarci pacificamente, a dire quello che proviamo, quello di cui abbiamo bisogno. “La verità vi farà liberi”, insegna Cristo (Gv 8,32).

Non si guadagna nulla con l’inganno, con la diversione: l’altro non è costantemente cieco, percepisce ciò che è nascosto. “È inutile […] agire come se non fossi ciò che sono”, scrive Carl Rogers.

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