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Qual è lo scopo della Giornata della Vita Consacrata?

SIOSTRY ZAKONNE

Beata Zawrzel/REPORTER

Edifa - pubblicato il 02/02/21

La Giornata della Vita Consacrata si celebra il 2 febbraio nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Ma quali erano le intenzioni di San Giovanni Paolo II nel 1997 quando ha deciso di istituire questa giornata?

“Quando il tempo prescritto dalla Legge di Mosè per la purificazione fu compiuto, i genitori di Gesù Lo portarono a Gerusalemme per presentarLo al Signore, secondo quanto è scritto nella Legge: Ogni primogenito maschio sarà consacrato al Signore. Sono venuti anche per offrire il sacrificio prescritto dalla legge del Signore: una coppia di tortore o due colombe” (Lc 2, 22-24). Quaranta giorni dopo Natale, la festa della Presentazione di Gesù al Tempio commemora questo evento: Gesù è offerto a Dio dai Suoi genitori e in questo giorno il Messia viene anche ad incontrare i credenti. Per bocca del vecchio Simeone, che lo Spirito Santo ispira, Si rivela come “Luce per illuminare le nazioni”, e attraverso le sue parole profetiche, l’anziano annuncia l’offerta totale ed incondizionata di Gesù al Padre Suo sulla croce e la Sua vittoria finale sulla morte (Lc 2, 32-35). Così, nella casa di Dio in quel giorno, si manifesta il Consacrato del Padre che è venuto nel mondo per salvare tutti gli uomini, e Maria, Sua Madre, Si unisce a Lui nella stessa volontà di oblazione per la salvezza del mondo. Così, la Presentazione di Gesù al Tempio è un’icona eloquente del dono totale di Sé a Dio per tutti coloro che, osservando i consigli evangelici, sono chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel mondo “i tratti di Gesù casto, povero e obbediente” (San Giovanni Paolo II, “Esortazione apostolica sulla vita consacrata”). La Vergine Maria che offre il Bambino a Dio esprime molto bene l’atteggiamento della Chiesa che continua ad offrire i Suoi figli e figlie al Padre, associandoli all’unica oblazione di Cristo, causa e modello di ogni consacrazione nella Chiesa.

Come la profetessa Anna e come Simeone, che attendeva il Messia e vegliava nel Tempio, così anche la prima vocazione di chi segue Cristo con cuore indiviso è di essere in comunione con Lui, ascoltando la Sua parola e lodando Dio con umiltà e costanza, e la Sua vita troverà allora un profondo eco nel cuore degli uomini. Pertanto, San Giovanni Paolo II ha voluto “che la celebrazione della Giornata della Vita Consacrata in questa festa liturgica riunisse le persone consacrate e il popolo cristiano per cantare, con la Vergine Maria, le meraviglie che il Signore compie ancora in tanti Suoi figli e figlie” (San Giovanni Paolo II, “Messaggio per la prima Giornata della vita consacrata”, 1997). Inoltre, egli vuole che questa festa manifesti a tutti che la vocazione del popolo santo di Dio è di essere interamente consacrato a Lui.

Perché una Giornata della Vita Consacrata?

San Giovanni Paolo II vedeva in questa festa almeno un triplice scopo:

“In primo luogo, è bello e giusto rendere grazie al Signore per il grande dono della vita consacrata” (San Giovanni Paolo II, “Messaggio per la prima Giornata della Vita Consacrata”, 1997). Come Gesù, nella Sua obbedienza e consacrazione al Padre, ci dice quanto Dio sia con noi, così anche le persone consacrate, con la loro piena appartenenza all’unico Signore, il loro modo di vivere e di operare, la loro dedizione alle persone, sono un segno eloquente ed un forte annuncio della presenza di Dio nel mondo di oggi. “Questo è il primo servizio che la vita consacrata rende alla Chiesa e al mondo”, sottolineava Benedetto XVI il 2 febbraio 2006. “Nel popolo di Dio le persone consacrate sono come sentinelle che scorgono e annunciano la vita nuova già presente nella nostra storia”.

“In secondo luogo, lo scopo di questa giornata è quello di far meglio conoscere ed apprezzare la vita consacrata a tutto il popolo di Dio, dai vescovi ai sacerdoti, dai laici ai consacrati stessi”, spiegava San Giovanni Paolo II nel 1997 in occasione della prima Giornata della Vita Consacrata, e l’aveva espresso così alle persone consacrate il 2 febbraio 2000: “La testimonianza escatologica appartiene all’essenza della vostra vocazione. I voti di povertà, obbedienza e castità per il Regno di Dio costituiscono un messaggio che inviate al mondo sul destino ultimo dell’uomo. Si tratta di un messaggio prezioso: “Colui che veglia per attendere il compimento delle promesse di Cristo è in grado di comunicare la speranza ai fratelli e sorelle, spesso scoraggiati e pessimisti di fronte al futuro”.

E aggiunge: “La vita consacrata è una memoria viva del Figlio che appartiene totalmente al Padre, che è visto, vissuto e presentato come unico amore (questa è la verginità), unica ricchezza (questa è la povertà), unico compimento (questa è l’obbedienza). Questa forma di vita abbracciata da Cristo e resa presente attraverso la vita consacrata è di grande importanza per la vita della Chiesa; in effetti essa esprime la tensione di una persona verso Dio che è Tutto, attraverso una vita alla sequela di Cristo, nella luce e nella potenza dello Spirito Santo. La conoscenza e l’amore della vita consacrata nascono, quindi, dall’approfondimento delle esigenze radicali inerenti al messaggio evangelico: lo scopo della vita del cristiano è quello di appartenere al Padre, nell’imitazione di Cristo, sotto l’azione dello Spirito Santo. Nel contemplare il dono della vita consacrata, la Chiesa contempla la Sua vocazione più profonda, quella di appartenere solo al Suo Signore. Per questo ho affermato che la consacrazione speciale della vita consacrata è al servizio della consacrazione battesimale di tutti i fedeli, poiché Dio deve essere Tutto in tutti”.

Il terzo motivo riguarda le persone consacrate stesse: “Sono invitate a celebrare insieme e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro”, spiegava San Giovanni Paolo II nella prima Giornata della Vita Consacrata. Sono invitate a riflettere sul dono ricevuto, a scoprire, con uno sguardo di fede sempre più puro, l’irradiamento della bellezza divina diffusa dallo Spirito Santo nella loro forma di vita, a prendere coscienza della loro incomparabile missione nella Chiesa per la vita del mondo.

Dei frutti per la missione

Nel mondo di oggi segnato da impegni e distrazioni, da doveri accaparranti e realtà accattivanti, questa giornata contribuisce certamente a far emergere con maggiore acutezza e urgenza la responsabilità degli uomini e donne consacrati di incarnare con gioia e serenità la vita e il messaggio del Figlio di Dio. In questo modo annunceranno al nostro mondo, nelle situazioni più diverse, che in definitiva, il Signore è per l’uomo il vero amore, la vera ricchezza, la via più sicura per la propria realizzazione. Una vita consacrata piena di gioia e di Spirito Santo, sui sentieri della missione, ecco il più grande servizio da rendere all’uomo di oggi, e il suo insegnamento principale, che è sotteso e sostiene tutte le missioni specifiche dei vari carismi è questo: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri, è perché sono testimoni” (S. Paolo VI, “Esortazione apostolica sull’evangelizzazione del mondo moderno”, 1975, n. 41).

Per San Giovanni Paolo II, l’istituzione di questa giornata nella festa della Presentazione del Signore al Tempio sosteneva così la missione della Chiesa. Prima di tutto la missione nel mondo, affinché coloro che non hanno ancora conosciuto il Cristo possano avvicinarsi a Lui attraverso quelle persone che con il dono totale di sé stessi testimoniano che Cristo è il Figlio Unigenito, l’Inviato del Padre. Il Papa sottolineava che la nuova evangelizzazione è resa possibile ed efficace grazie a persone che, essendosi auto evangelizzate prima, “possono presentare il Vangelo nella Sua pienezza e mostrare il volto materno della Chiesa, la serva degli uomini e delle donne del nostro tempo”.

La preghiera di Benedetto XVI per le persone consacrate

Il Papa si era anche assicurato di dare un sostegno concreto alla pastorale delle Chiese locali in questo modo: “Possono essere talvolta tentati, come Marta, di considerare la missione soprattutto nelle molte cose da fare e che devono essere fatte, naturalmente. Ma questa giornata ricorda a tutti che è scegliendo la parte di Maria che si possono portare frutti in abbondanza nella vigna del Signore. Che la Vergine Maria, che ha avuto il grandissimo privilegio di presentare al Padre Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, come pura e santa offerta, ci conservi in rendimento di grazie al Signore per il dono della vita consacrata e per le meraviglie che ha compiuto per il bene di tutta l’umanità”, diceva nel 1997.

Il 2 febbraio 2006, Benedetto XVI ha formulato questa preghiera e l’ha indirizzata alle persone consacrate:

Che il Signore rinnovi ogni giorno
in ogni persona consacrata
la gioiosa risposta al Suo amore gratuito e fedele.

Come candele accese,
fate risplendere sempre e in ogni luogo
l’amore di Cristo, luce del mondo.

Che la Beata Vergine Maria, la Donna consacrata,
vi aiuti a vivere pienamente la vostra vocazione e missione speciali
nella Chiesa per la salvezza del mondo.

Amen

Marie-Christine Lafon

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