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Vocazione: ecco la preghiera da recitare per sentire e compiere la chiamata del Signore

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Edifa - pubblicato il 24/01/21
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Siamo tutti personalmente chiamati da Dio per qualcosa di unico. Tuttavia, per sentire questa chiamata, bisogna pregare e metterci in quella che San Francesco di Sales e Sant’Ignazio di Loyola chiamavano “indifferenza”. Tutti hanno una vocazione? La risposta è “sì”, ma occorre distinguere due livelli di importanza diversi. Il primo livello riguarda la nostra vocazione di battezzati e come tali, siamo tutti chiamati alla santità. Siamo creati per la felicità, per la beatitudine, cioè per la visione di Dio. Qualunque sia il nostro stato di vita o la nostra situazione, siamo chiamati ad amare come il Cristo ci ha amati, ma rispondere a questa chiamata di origine non è facoltativo: è la nostra propria vocazione di battezzati, la nostra gioia e la nostra salvezza! Il secondo livello riguarda la vocazione come progetto di Dio per la nostra vita, è qui che entra in gioco la misteriosa e così bella collaborazione tra l’iniziativa divina e la libertà umana. Ricordiamoci del giovane ricco guardato così amorevolmente da Gesù: “Se vuoi essere perfetto…” Ogni chiamata di Dio, perché si tratta di chiamata, è preceduta da quel “se” che rispetta pienamente la libertà di ciascuno. Detto questo, per sentire questa chiamata di Dio, è necessario porsi in quella che San Francesco di Sales e Sant’Ignazio di Loyola chiamavano “la santa indifferenza”.

Preghiera da recitare per compiere la Volontà di Dio

Questa “indifferenza” è la ferma determinazione a compiere la volontà del Signore contro tutto e tutti. Consiste nel pregare in questo modo:

Che sia il matrimonio o la vita consacrata,
che sia lì o altrove, non importa, Signore! Ciò che conta sei Tu!

So che la mia felicità non dipende dal mio stato di vita
o da quello che farò, ma dall’intimità che avrò con Te!

Cerco solo una cosa: essere disponibile a servirTi,
perché solo Tu puoi esaudire i desideri più profondi della mia anima.

Ignazio di Loyola spiegava che se abbiamo scelto uno stato di vita senza aver prima vissuto questo percorso di “indifferenza”, è consigliabile perseverare nella fedeltà alla scelta che abbiamo fatto. Tuttavia, egli precisa: “Molti commettono l’errore di prendere questa decisione come se fosse una vocazione divina: perché essa è sempre pura… senza alcuna mescolanza delle inclinazioni della carne e dei sensi, o di qualsiasi altro affetto disordinato”. In altre parole, Sant’Ignazio sottolinea il fatto che le scelte di vita, pur essendo buone, possono non essere sempre identificate come “vocazione divina”. In effetti, se una persona segue la propria inclinazione senza far precedere il lavoro interiore di “santa indifferenza”, la sua vita sarà frutto di una scelta personale, ma non propriamente una “vocazione”. Detto questo, è ovviamente possibile santificarsi anche in una tale vita!

Rimanere aperti al presente e alla realtà

Una volta che questa “santa indifferenza” sarà stata acquisita attraverso la purificazione dei sensi, rimane da vedere come Dio farà per indicarci la Sua Volontà. A questo punto dobbiamo controllare la nostra immaginazione! È consigliabile rimanere semplicemente e serenamente aperti al presente e alla realtà: un incontro, un evento, una lettura… accompagnati da una mozione interiore: questo è l’inizio di un cammino “vocazionale” nel vero e più ampio senso del termine… che necessiterà sempre il discernimento personale con l’aiuto di una guida spirituale.

Padre Nicolas Buttet