Scoprite come potete accogliere la pace di Gesù nella vostra vita quotidiana. Quando Gesù Risorto appare tra i Suoi discepoli, dice loro: “La pace sia con voi! “(Gv 20, 19). Egli dà loro la Sua pace e la dà anche a noi, ma la pace, come tutti i doni di Dio, è proposta e mai imposta. Sappiamo accogliere la pace di Gesù?
1. Smetterla di correre
Le nostre vite sono strapazzate, sovraccariche, complicate, e la pace non sopporta bene il rumore e la precipitazione. È vero che i nostri ritmi di vita non dipendono da noi, almeno non del tutto, infatti tendiamo a inventarci degli obblighi e non sappiamo come fermarci. Dimentichiamo che il Signore non ci chiede mai più di quanto le nostre giornate possano contenere. E soprattutto dimentichiamo che Egli fa del riposo un comandamento: ci dà sei giorni per lavorare e la domenica per riposarci. Il riposo domenicale non è un lusso riservato ai pensionati, è il comandamento di un Padre che sa meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno.
2. Vivere il momento presente
Gesù ci dice: “Ad ogni giorno basta la sua pena” (Mt 6, 34). Allora perché avvelenarci la vita con inutili preoccupazioni? “Non potete servire sia Dio che il denaro. Perciò vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di ciò che mangerete o di ciò che indosserete per il vostro corpo. La vita non vale forse più del cibo e il corpo più dei vestiti? (…) Chi di voi, preoccupandosi, può aggiungere un solo giorno alla sua vita? (…) Cercate prima il Regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 24-33). Vivere da persona risorta significa scommettere tutto su Dio. Significa riporre tutta la nostra fiducia in Lui, non nei nostri libretti di risparmio o nelle nostre polizze assicurative, significa vivere come figli di Re, che non si preoccupano di nulla perché il loro Padre, infinitamente Buono e Onnipotente, non cessa mai di vegliare su di loro.
3. Affidarsi alla misericordia
Il rimpianto e il rimorso disturbano la pace. Ciò che Gesù si aspetta da noi è il pentimento: “un cuore affranto e umiliato” (Sal 50, 19), il cuore del figliol prodigo che ritorna al Padre. Il rimpianto e il rimorso sono sterili, ma il pentimento ci mette nelle mani di Dio, ci permette di accogliere il Suo perdono e la Sua pace. Dobbiamo guardare al nostro peccato per chiedere perdono e riparare, per quanto possibile, per il male che abbiamo commesso. Ma non dobbiamo “rimuginare” sul nostro peccato all’infinito: una volta che Dio ci ha perdonati, tornarci sopra sarebbe dubitare della Sua Misericordia.
4. Imparare a perdonare
Lo sappiamo bene: nessuno può accogliere il perdono di Dio se non perdona i fratelli, nulla disturba la pace più del perdono che si rifiuta, rifiutato per cattiva volontà (e non per impotenza perché decidere di perdonare è già vivere il perdono anche se non ci si sente capaci di perdonare subito), o rifiutato per ignoranza, perché si sono dimenticate o represse vecchie ferite. Per vivere in pace, chiediamo al Signore di illuminarci sul perdono che dobbiamo dare.
5. Per accogliere la pace dobbiamo costruirla
La pace è come il perdono: nessuno può accoglierla solo per consumarla. Per assaporare la pace, bisogna prendervi parte e diventare operatori di pace. La famiglia, in quanto comunità la cui pace è sempre da costruire, è in quanto tale un’ottima scuola. Diventare un operatore di pace può essere imparato quotidianamente attraverso l’ascolto, la condivisione, il perdono, la pazienza, il rispetto, ecc. La pace s’impara in famiglia ma anche a partire dalla famiglia: più un bambino ha la possibilità di crescere armoniosamente e serenamente in famiglia, più sarà in grado di andare verso gli altri, accogliendoli così come sono, con le loro differenze e le loro ricchezze.
6. Riempire la propria vita di silenzio ed il silenzio di amore
Siamo come le batterie: se non ci ricarichiamo ogni giorno, siamo rapidamente scarichi. La preghiera ci permette di rifornire la nostra scorta di pace: più siamo fedeli alla preghiera, più siamo radicati nella pace. San Bernardo diceva: “Si dà solo quando si è stracarichi: fatevi serbatoio prima di essere canale”. Per diventare capaci di diffondere la pace di Gesù Risorto intorno a noi, cominciamo ad accoglierLo senza riserve.
Christine Ponsard