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Come incoraggiare la generosità dei propri figli?

DZIEWCZYNKA ODDAJE MISIA
Edifa - pubblicato il 06/12/20

Sviluppare la generosità è uno degli aspetti più importanti dell’educazione cristiana. In occasione della Giornata Mondiale del Dono (GivingTuedsay), Aleteia vi dà qualche consiglio per insegnare ai vostri figli a dare e a condividere. di Christine Ponsard

“C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35). “Non si tratta di un semplice richiamo moralistico, né di un imperativo che giunge all’uomo dall’esterno. L’inclinazione al dono è insita nel fondo genuino del cuore umano”, disse San Giovanni Paolo II nel suo Messaggio per la Quaresima nel 2003. In questa Giornata Mondiale del Dono, riflettiamo su come possiamo insegnare ai nostri figli a condividere.

L’educazione alla generosità non significa imparare a donare qualche euro

Abbiamo tutti sperimentato la gioia nel donare. Ma sappiamo anche che donare è una lotta: dare richiede infatti di preferire l’amore degli altri al guadagno personale. È molto impegnativo negli aspetti concreti della nostra vita e forse è particolarmente più difficile nella nostra epoca, quando il desiderio di accumulare beni è sempre più pressante.

I bambini non fanno eccezione a queste sollecitazioni. I pubblicitari sono ben consapevoli che uno dei modi migliori per incoraggiare i genitori a consumare è quello di sedurre i loro figli. Suscitano così innumerevoli desideri per la cui soddisfazione è necessario avere denaro, sempre più denaro. San Paolo ci ricorda che “la radice di tutti i mali è l’amore per il denaro” (1Tm 6,10), ma nella nostra società odierna sentiamo affermare il contrario, e questo rende particolarmente difficile l’educazione alla condivisione. D’altra parte, i mezzi di comunicazione moderni mettono sotto i nostri occhi la miseria e la sofferenza di intere popolazioni. I bambini sono sensibili a questa tematica e partecipano volentieri alle campagne di donazione e ad altri inviti alla solidarietà. Ma si tratta di una vera e propria condivisione?

L’educazione al dono non significa limitarsi all’obolo di qualche euro (spesso presi dal portafoglio degli adulti), né all’entusiasmo passeggero per un evento di solidarietà. Alla fine, la posta in gioco è la scoperta del dono di sé. Si può dare molto e tuttavia non dare l’essenziale. Questo è ciò che Gesù ci spiega quando, seduto nel Tempio, guarda le persone dare le loro offerte. Della miserabile vedova che mette solo monete irrisorie, il Signore dice: “n verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. 4 Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere” (Lc 21,3-4). È vitale insegnare ai bambini a condividere, non solo perché gli uomini sono nel bisogno (i loro doni tra l’altro potranno sembrare loro insignificanti rispetto alle somme necessarie per alleviare la miseria del mondo), ma per imparare a “dare la vita per i propri amici”.

Come possiamo incoraggiare i bambini a condividere?

Come sempre, la prima cosa da fare è dare l’esempio: senza bisogno di sfoggiare la nostra generosità, i bambini sentono molto bene se siamo avari o meno dei nostri beni, del nostro tempo, della nostra tranquillità, ecc. Questo traspare, senza che noi ne siamo necessariamente consapevoli, attraverso le nostre riflessioni, il modo in cui accogliamo un amico importuno, le nostre reazioni davanti ad una persona bisognosa, e persino il nostro atteggiamento a tavola. Perché la scuola della condivisione inizia nelle piccole cose della vita quotidiana: l’ultimo pezzo di torta o il posto migliore da dare ad un altro, il servizio reso con discrezione, il computer o il telefono lasciato da parte per giocare con un piccolo…

Accompagniamo il progresso di ogni bambino secondo la sua età e la sua personalità. Quello che sarà relativamente facile per uno, potrà costare molto ad un altro: non fate paragoni! Altrimenti, l’orgoglio e la gelosia avveleneranno molto presto i cuori dei vostri figli. Per evitare queste tentazioni, insegniamo ai bambini a condividere senza farlo notare, in modo che “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3).

D’altra parte, non dimentichiamo che la grande generosità di alcuni bambini a volte nasconde il desiderio di “comprare” l’affetto di chi li circonda, o un forte senso di colpa di fronte all’angoscia dei poveri. È bene essere attenti a questo di modo da poterli tranquillizzare e mettere le cose al loro giusto posto.