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Come rendere i pasti dei momenti preziosi in famiglia?

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© De Monkey Business Images-shutterstock

Edifa - pubblicato il 28/11/20

I pasti sono un'occasione per comunicare, per conoscersi meglio, per confidarsi, per divertirsi, per riflettere... Insomma, possono succedere tante belle cose intorno alla tavola di famiglia! Ecco alcuni consigli per rendere i vostri pasti dei momenti unici di comunione con i vostri cari.

di Bénédicte de Saint-Germain

Con gli impegni e gli orari diversi di ciascuno, con i genitori che spesso tornano a casa tardi e i menu diversi, i pasti in famiglia possono diventare momenti difficili quando i figli crescono. E una volta a tavola, alcuni hanno delle difficoltà ad essere pienamente presenti (grazie cellulari!, e altri danno la precedenza alle buone maniere a tavola piuttosto che all’ascolto ed alla condivisione. Non dipingiamo un quadro idilliaco dei pasti in famiglia: “A volte ci sono di quelle tensioni quando l’umore non è dei migliori”, dice Agnès, madre di cinque figli. Ma possiamo ammettere che trascorriamo anche dei bellissimi momenti.

Il tempo del pasto famigliare è la piccola festa quotidiana dove ci riuniamo tutti intorno alla stessa tavola per nutrirci a vicenda e incontrarci nella condivisione e nella gioia. Quindi non si dovrebbe affrettare la fine con il pretesto di dover fare delle cose più importanti o più spirituali. È un evento comunitario importante che deve essere ben preparato e pienamente vissuto. I pasti più belli in famiglia per Étienne, 25 anni, sono le cene a casa dei nonni dopo una giornata all’aperto. “Il menù immutabile (minestra, prosciutto cotto, insalata, budino, mela) erano una delizia. Quando avevamo fame, ci sedevamo intorno al grande tavolo e lo zio iniziava a narrarci i suoi grandi racconti, nel relax generale.” Il cibo lusinga i sensi e contribuisce alla gioia. È il carburante del corpo, ma è anche molto di più di questo.

Il pasto, il cemento della vita familiare

Dietro i piatti serviti ci sono le persone che li hanno preparati. Per i monaci, cucinare è addirittura considerato come un atto di carità fraterna: “Tutti i cuochi nei monasteri che ho conosciuto mettono molto amore nella loro cucina”, osserva François Lespes, regista dell’emissione francese “La Cuisine des monastères” (La cucina dei monasteri). “Con il passare del tempo, imparano a conoscere i gusti dei loro fratelli e delle loro sorelle. La carità si manifesta nella scelta delle ricette e dei condimenti, facendo in modo che ognuno possa mangiare qualcosa che gli piace, e anche prendendosi cura della loro salute”.


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Nonostante il carattere ripetitivo della loro mansione, coloro che cucinano per la famiglia sono anche chiamati ad usare i pasti come un’opportunità per dimostrare il loro amore e donare loro stessi. Da parte loro, gli ospiti sono invitati a riconoscerlo, a ringraziare per il cuoco (o la cuoca!) e per i doni del Creatore. Una benedizione, un complimento, un sorriso, un grazie danno un tono diverso al pasto quotidiano. È importante riconoscere questi doni umili e concreti degli altri e saperli ringraziare. “Affinché un pasto abbia successo, è necessario che il cibo sia abbondante e di buona qualità. Non si tratta di riempire la pancia, ma di essere pieni e non solo di cibo. Il cibo è a disposizione per l’incontro e la comunione”, spiega Fratel Patrick-Marie.

Infatti, il pasto è spesso, insieme alle vacanze, l’unica occasione per la famiglia di riunirsi, di parlare e di trascorrere del tempo insieme. “Cementa la vita familiare. È il momento in cui i fratelli parlano tra loro, ascoltano cosa fanno gli altri. Questi momenti sono preziosi, siamo felici di stare insieme”, dice Stéphanie Schwartzbrod, attrice e autrice de La Cuisine de l’exil (La cucina dell’esilio). Per Thibault, padre di quattro ragazzi tra i 16 e i 23 anni, “i pasti sono il luogo dove ci raccontiamo le cose quotidiane, dove parliamo di argomenti all’ordine del giorno ma anche di questioni più profonde, dove discutiamo, a volte in modo casuale. Cerchiamo di insegnare ai nostri figli a dire ciò che pensano veramente del mondo.”

Un insieme di regole ben comprese affinché i pasti siano veramente familiari

Concretamente, come rendere il pasto davvero familiare? Prima di tutto, pianificando questo momento in cui tutti a casa saranno presenti allo stesso momento. “Abbiamo un programma mensile in cui tutti annotano se ci sono o meno”, spiega Thibault. Ritualizzare il pasto struttura la famiglia e le persone: “Il pasto è quel momento in cui ci fermiamo, torniamo in contatto con questa realtà che è l’incontro famigliare e che dà un senso a molte delle nostre attività”, nota Fratel Patrick-Marie.




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È importante inoltre che ognuno trovi il suo posto. Per Agnès, i cui cinque figli sono piccoli, si tratta di “fare spazio a tutti, interessarsi delle loro giornate o delle loro ultime attività, ma anche di fare in modo che i soliti battibecchi non prendano troppo spazio”. È anche un’occasione per insegnare le buone maniere, di spiegare perché facciamo questo o quello, a tavola e più in generale nella società. Con il senno di poi, Francesco, 23 anni, osserva che “i pasti possono essere anche dei momenti di ansia per chi non ha fiducia in sé stesso: è il momento in cui si possono fare paragoni tra i fratelli e le sorelle”. Spetta agli adulti fare in modo che tutti possano esprimersi ed essere ascoltati con benevolenza.

Un insieme di regole ben comprese aiuta anche a facilitare gli incontri e la comunicazione. “L’argomento spinoso è il cellulare: a casa nostra deve essere in modalità silenziosa per tutta la durata del pasto. È difficile sia per i bambini che per me”, dice Thibault. Per i più piccoli, imparare a stare a tavola, ad avere pazienza, ad ascoltarsi a vicenda, li dispone a ricevere sia il cibo che ciò che dicono gli altri. È importante che durante i pasti ognuno possa incontrare l’altro, anche solo con un semplice gesto. L’apertura del cuore si pratica attraverso l’attenzione agli altri. Per sviluppare questa qualità, Agnès ha istituito dei pranzi che chiama “i pranzi dell’angelo custode”: ogni persona pesca un foglietto su cui vi è scritto il nome della persona di cui deve occuparsi segretamente durante il pasto. Ad ogni età, il pasto condiviso è un’occasione per donare e quindi è fonte di gioia. Ora, non vi resta che sedervi a tavola per un buon pasto con i vostri cari!

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