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Come possiamo aiutare le anime del purgatorio?

Veuve regardant photo de son mari décédé

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Edifa - pubblicato il 30/10/20

In virtù della comunione dei santi, di quella misteriosa solidarietà che lega tutti i membri della Chiesa, addirittura oltre le frontiere della morte, le anime in purgatorio possono pregare per noi, così come noi possiamo pregare per loro ed abbreviare il loro periodo di purificazione.

di don Pierre Descouvemont

La Chiesa ha inserito molto presto nella Santa Messa una preghiera per i defunti. Una preghiera che già facevano gli ebrei. Infatti, anche se i nostri peccati sono totalmente perdonati da Dio non appena li confessiamo con un sincero desiderio di convertirci, essi lasciano in noi dei riflessi di egoismo o di cattiveria di cui dovremo liberarci per poter entrare nel Regno dell’Amore.

Il purgatorio, diceva il Santo Curato d’Ars, è “una specie di infermeria” dove si viene messi in quarantena perché si è stati contaminati dalla peste nel paese da cui si proviene. Per questo le anime non si ribellano a questa prova di purificazione: sentono di averne bisogno. Ma ciò che è meraviglioso è che, in virtù della comunione dei santi, di quella misteriosa solidarietà che lega tutti i membri della Chiesa anche oltre le frontiere della morte, possiamo accorciare la fase di purificazione di queste anime, e anche loro possono pregare per noi.


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La necessità di pregare per i defunti

È soprattutto l’offerta del Santo Sacrificio della Messa che può aiutarli, perché Cristo è l’unico Salvatore. Ma “per Lui, con Lui e in Lui” possiamo offrire preghiere e sacrifici per loro – i nostri, ma anche le preghiere e i sacrifici di tutti gli altri membri della Chiesa. Da qui l’antica pratica delle indulgenze. La Chiesa infatti crede di aver ricevuto dal Signore il potere di attingere dal tesoro di tutti i meriti dei santi e di riversarli su tutti coloro che accettano umilmente di riceverli. Gesù l’ha promesso a Pietro: “Tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto in Cielo” (Mt 16,19).

È necessario fare tre cose quando recitiamo una preghiera di indulgenza. Riconoscere che mi devo ancora alleggerire da tutto ciò che mi impedisce di correre pienamente verso Dio. Riconoscere la solidarietà che lega tutti i membri della Chiesa: “In Essa – diceva san Gregorio Magno – ognuno porta l’altro, mentre viene portato da lui”. Infine, riconoscere che la Chiesa ha ricevuto dal Signore il potere di attingere a questo tesoro spirituale per distribuirlo a tutti coloro che desiderano beneficiarne.

Il Santo Curato d’Ars ci ricordava spesso il nostro dovere di pregare per i nostri genitori defunti: “Se il buon Dio permettesse loro di mostrarsi, noi li vedremmo gettarsi ai nostri piedi: “Ah! Figli miei” direbbero queste povere anime “abbiate pietà di noi! – Verrebbero a chiedere una preghiera, una Santa Messa. Ma diceva anche: “Se sapessimo quante grazie possiamo ottenere grazie alle anime del Purgatorio, non sarebbero così dimenticate”.


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