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Prudenti come serpenti e candidi come colombe: insegnatelo ai vostri figli 

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MarinaPanina | Pixabay

Edifa - pubblicato il 23/10/20

I genitori devono valorizzare lo stupore dei loro figli, insegnando loro allo stesso tempo a discernere i pericoli che li circondano, in modo che possano proteggersi. Ecco qualche consiglio per intraprendere questa doppia missione educativa.

di Stéphanie Combe

Sul piano educativo, un compito delicato consiste nel mettere il bambino di fronte ad una realtà non sempre rosea, senza eliminare la sua capacità di stupirsi. Psicologo e consulente aziendale, Yves Boulvin dà ai genitori dei consigli chiave.

La gioia di vivere: una questione di temperamento, innata o da acquisire?

Dio ha messo la Sua gioia di vivere nel profondo di ognuno di noi, senza eccezioni. Ma la pesantezza dell’ereditarietà, l’abitudine del vedere tutto sotto una luce negativa, il ricordo delle sofferenze, i lutti, le angosce, le rotture, possono seppellirla. Eppure questo potenziale di vita rimane intatto nel profondo di ciascuno di noi. Per far emergere la gioia da tutti questi strati è necessario un cammino interiore.

Il bambino si meraviglia di tutto ciò che lo circonda. Che ruolo dobbiamo svolgere noi affinché questo stupore infantile non si oscuri?

Ogni bambino ha una vocazione speciale. Spetta ai genitori portare alla luce il tesoro specifico che abita nel cuore del loro figlio. Da qui la necessità di una pedagogia positiva. Per esempio, quando mi segnalano un difetto, ed è loro compito farlo, suggerisco di seguire queste tre fasi: attenersi ai fatti, fissare un obiettivo affinché operino un cambiamento, e poi congratularsi per ogni progresso realizzato, e questo anche con i più piccoli. I genitori devono fare attenzione ad evitare frasi velenose come “Sei cattivo!” o altro ancora. Meglio precisare: “Hai dato un calcio a tua sorella. Capisco che tu non sia felice perché ti ha rotto la macchinina. Hai il diritto di rimproverarla, ma per il resto, non è necessario né urlare né picchiare. La cosa più importante ora è riparare il tuo giocattolo”.


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I bambini adottano spesso l’atteggiamento dei genitori?

I comportamenti dei genitori danno l’esempio ai bambini. Se il padre e la madre si nutrono spesso di cattive notizie, senza agire, mantengono un’atmosfera pesante e scoraggiante. La madre, che non si ricarica, finisce coll’urlare contro i figli la sera ed arrabbiarsi per il fatto che il marito torna a casa tardi. Rischia poi di dare la colpa a sé stessa o, al contrario, di giustificare la sua rabbia. Il marito stanco che diventa troppo autoritario o brusco, i genitori che parlano negativamente di una persona assente: che modelli danno ai figli? Il bambino dovrà liberarsi in seguito da questo clima emotivo negativo.

Quali soluzioni possono adottare i genitori per conservare la gioia di vivere?

È importante adottare lo sguardo di luce che Dio ha su ciascuno di noi. Lui crede in noi e ci aiuta a credere nei nostri figli, qualunque cosa facciano. Questa fiducia in loro li aiuta a realizzarsi. Valorizzare i loro progressi presuppone che i genitori facciano questo anche con sé stessi e che riacquistino la loro capacità di meraviglia. Un giusto amor proprio consiste nel ricevere l’amore di Dio e nel ringraziarLo per le qualità che ha messo in noi. Traboccanti di gratitudine, desideriamo far fruttificare questo tesoro. “Questi è il Figlio Mio, l’amato: in Lui ho posto il Mio compiacimento” (Mt 3,17): ecco una via di risurrezione per ognuno di noi.

Come non proteggerli eccessivamente, mettendoli di fronte ad una realtà non sempre rosea?

“Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” (Mt 10,16), invita Cristo, che guariva ma che sapeva anche opporSi con fermezza. Ecco una duplice missione educativa: valorizzare lo stupore del bambino, e allo stesso tempo insegnargli a discernere i pericoli che lo circondano, di modo che possa proteggersi. Quando la sua personalità si rafforzerà, diventerà capace di selezionare ciò che gli viene detto, di riprendere gli altri quando è necessario, di dire di no e di superare le difficoltà.

I genitori non possono (e non devono) risparmiare ai loro figli i colpi duri, le sofferenze e le conseguenze dei lutti. L’importante è insegnare loro a risollevarsi. Più imparerà presto la lezione dagli eventi, meglio sarà armato per la vita. Questo presuppone che i genitori stessi abbiano imparato a superare le prove, non come vittime, rimuginando, rimpiangendo: “Avrei dovuto”, “Non l’ho fatto” o ribellandosi “È per colpa loro!”, ma nella certezza che da ogni male Dio attinge un bene. Dio è presente nel presente. Come per la donna peccatrice, Cristo non ci invita a tornare in modo compulsivo al passato, ma ci chiede: “E ora, cosa decidi di fare?”

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