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“Perché?”. Come rispondere alle incessanti domande dei bambini?

Father, Daughter, Draw
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Edifa - pubblicato il 22/09/20
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“Perché devo andare a letto? Perché il cielo è blu? Perché si muore?” Ascoltando le domande dei bambini, che siano serie o futili, l’impulso di dire “Shhhh!” è davvero impellente. Ma è questo il giusto atteggiamento da adottare? di Christine Ponsard

Beati i bambini che fanno delle domande, se hanno intorno degli adulti pronti ad ascoltarli! La curiosità non è necessariamente una cosa negativa, e anche se alcune richieste possono rivelarsi indiscrete o indelicate, la maggior parte di esse riflettono spesso una mente sveglia, attenta, interessata, che cerca di capire. I piccoli, fiduciosi, attendono una risposta, sicuri della scienza inesauribile di Mamma e Papà. I più grandi invece generalmente hanno già avuto delle delusioni a riguardo (!). Tuttavia questo non impedisce loro di continuare a farci delle domande, anche se ciò significa, a volte, che ci aggiungono un po’ di provocazione.

Ad ogni modo, certe domande ci mettono in imbarazzo, perché o non ne conosciamo la risposta o perché si tratta di un argomento complesso che richiede molte nuances. Oppure perché la domanda riguarda dei segreti di famiglia o perché sembra fuori luogo rispetto all’età del bambino. O più semplicemente, perché il bambino ci fa la domanda in un momento del tutto inopportuno. La tentazione può essere grande allora di far finta di non aver sentito e poi di far finta di aver dimenticato. Oppure di eludere il problema con un evasivo “Vedremo più tardi”. Eppure ogni domanda ha bisogno di una risposta e non di una risposta qualsiasi!

Per rispondere bene ai bambini, bisogna saperli ascoltare

Se usiamo degli stratagemmi per evitare di rispondere alle domande imbarazzanti, i nostri figli potrebbero rinunciare del tutto a farci delle domande e così andranno a cercare le risposte altrove, e probabilmente non nei posti migliori. Avremmo perso allora una grande opportunità per compiere la nostra missione di genitori e guadagnare la loro fiducia perché, infatti, i nostri figli non si aspettano che noi sappiamo tutto, ma che siamo attenti a tutto ciò che li intriga o li preoccupa. Si aspettano che noi li rispondiamo, non come farebbe un motore di ricerca su Internet, ma come una persona unica ad un’altra persona unica. Per rispondere correttamente, cominciamo con l’ascoltare. Spesso la cosa più importante non è la domanda in sé, ma “la domanda dietro la domanda”.

Tuttavia, come comportarci quando non sappiamo come rispondere? Ammettiamolo, con molta semplicità e quando è possibile, invitiamo il bambino a cercare con noi la risposta nel dizionario, su Internet, nella Bibbia o altrove. Quando la domanda invece riguarda una verità di Fede più grande di noi (come il mistero della Santissima Trinità, per esempio, o l’Eucaristia, la Risurrezione, ecc.), diamo al bambino elementi di risposta, destando in lui la Speranza e la gioia nello scoprire i misteri di Dio: non presentiamo queste realtà come degli enigmi oscuri, ma come meraviglie che non finiremo mai di comprendere su questa Terra.

E quando non abbiamo una risposta?

E se non ci sentiamo a nostro agio nel rispondere? Se per esempio la domanda ci tocca così da vicino che non riusciamo a parlarne senza essere invasi dall’emozione, se riguarda eventi familiari di cui non vorremmo mai parlare, o se temiamo di offendere il bambino con una risposta inadeguata, ecc. non siamo obbligati a rispondere subito. Il bambino infatti ha solo bisogno di sapere che lo abbiamo ascoltato, che non lo biasimiamo per aver posto quella domanda (anzi), e che riaffronteremo l’argomento senza indugio.

Prendiamoci il tempo di discernere nella preghiera, e di chiedere consiglio ad una terza persona, per capire ciò che potremmo e dovremmo dire, e quando invece dovremmo tacere. Rispondere ad un bambino in verità non significa necessariamente dirgli tutta la verità. Non dobbiamo avere paura di rispondere ai nostri figli. L’unico timore che possiamo avere è quello di tradire la loro fiducia e di fermare la loro sete di verità, la gioia di conoscere e di capire. Ci è stato dato lo Spirito Santo, allora affidiamoci a Lui, affinché metta le parole giuste sulle nostre labbra.