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E se scriveste una lettera d’amore al vostro coniuge?

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Edifa - pubblicato il 17/09/20

Nell'era digitale, poche coppie si scrivono ancora lettere d'amore. Eppure non c'è niente di più romantico di una dolce lettera per esprimere i propri sentimenti...

di Olivia de Fournas

Xavier riceve ogni sera lo stesso messaggio dalla moglie: “A che ora torni a casa”?  Siamo lontani dal romanticismo e dalla delicatezza di Louis Martin, che scriveva a sua moglie Zélie: “Potrò arrivare ad Alençon solo lunedì; il tempo mi sembra lungo, non vedo l’ora di starti vicino”. L’immediatezza e le interfacce digitali hanno forse ucciso la corrispondenza amorosa? Dobbiamo arrenderci all’evidenza, gli scambi coniugali ora avvengono via SMS. I coniugi del ventunesimo secolo si privano di un linguaggio unico, ed è sorprendente che il consulente matrimoniale Gary Chapman l’abbia dimenticato nel suo libro I cinque linguaggi dell’amore. Poiché una lettera è un linguaggio prezioso, nella routine quotidiana, per onorare il proprio matrimonio. “Scrivere mi permette di sopravvivere alla vita di tutti i giorni”, riassume Amelia, sposata da 15 anni.

Scrivere significa prendersi del tempo per l’altro

La maggior parte dei coniugi sono toccati dall’attenzione gratuita che l’altro gli dà scrivendo. La lettera diventa così rara che procura, sia dal lato del mittente che del destinatario, “un piacere fatto di attesa, paura e dal piacere stesso di scrivere”, dice Paolo, sposato da trent’anni. “Mi piace l’idea del tempo che mi prendo per mia moglie e che lei si prende per me quando ci scriviamo. Devo trovare il timbro, scegliere la carta, prendere la penna, scrivere l’indirizzo, è tutto un processo fisico, il che significa per l’altra persona che ho preso tempo per lei”. Lui, commerciante, approfitta dei suoi viaggi d’affari per inviare sistematicamente una cartolina alla moglie, un modo così semplice, ma ardente e profondo per mantenere ed intessere legami. È un modo di comunicare accessibile, anche per il coniuge che potrebbe temere di non saper scrivere.

Perché un dettaglio sconosciuto all’altro può commuovere più di una grande dichiarazione scritta. Una lettera non è mai insignificante, anche se evoca la vita di tutti i giorni, “purché tratti non solo dei fatti, ma anche dei sentimenti personali che riguardano quei fatti”, dice il consulente matrimoniale Bénédicte de Dinechin, e in questo caso, rafforza il rapporto. Gianna rimane colpita da un’immaginetta della sua santa protettrice, sulla quale il marito le aveva fatto un appunto: “Questo santino mi ricorda quanto ho bisogno della tua forza”. Questa frase l’ha toccata più che se avesse scritto: “Giovanna d’Arco è forte quanto te”!

Una lettera non è mai banale

La tradizionale funzione della corrispondenza amorosa rimane quella di scongiurare l’assenza. Axelle, il cui marito militare parte regolarmente per diversi mesi consecutivi, condivide la sua vita quotidiana in una lettera settimanale per mantenere i contatti con il marito e assicurarsi che il ritorno non sia troppo brusco. Da parte sua, Gisella, che d’estate è da sola in vacanza con i bambini per un mese, trova il tempo dell’attesa meno lungo quando legge una lettera ricevuta dal marito. Le piace il rituale: toccare la busta, aprirla da sola nella sua stanza, assaporando le parole. “Mentre leggo, provo una ventata di gratitudine, i ricordi dei bei tempi che ritornano. È come se stesse annullando la lontananza”. Lei stessa, quando risponde ad Eric, cerca a sua volta di fargli piacere. Un circolo virtuoso, pensa Bénédicte de Dinechin : “Scrivere una lettera che valorizza l’altro ha un impatto su sé stessi, perché chi scrive la lettera si mette nella disposizione di dono e di accoglienza che nutre la coppia. Chi scrive dilata il proprio cuore e diventa il primo beneficiario della propria generosità”.

Paolina e Luigi amano anche valorizzare la loro relazione nel tempo attraverso una lettera che si inviano a vicenda dal loro rispettivo luogo di ritiro annuale, dove vanno a turno. Una lunga lettera, che diventa rituale, scritta da un luogo dove sono di fronte a loro stessi e possono scriversi nella sincerità. Parlano del loro rapporto con Dio, dei loro impegni, dei progetti in attesa e si suggeriscono alcuni modi per migliorare.

Una lettera aiuta anche ad evitare un’escalation verbale in caso di conflitto, e in tempi di armonia, serve ad aprirsi in modo costruttivo. Evelyne e Stefano si scrivono almeno una volta al mese; questa comunicazione epistolare ha dato un “nuovo slancio” alla loro coppia, mentre i loro figli stavano lasciando il nido familiare. Spiega Stefano: “La lettera sviluppa il nostro rapporto d’amore, ma non nel senso romantico in cui lo intendiamo. Arricchisce il contenuto della comunicazione coniugale, e osiamo parlare di cose che i nostri caratteri poco inclini al conflitto tenderebbero a tacere”. Questo metodo è tanto più fruttuoso che è sempre seguito da uno scambio verbale, perché la lettera non sostituisce il dialogo ma lo prepara o lo rilancia.

Un prolungamento della fedeltà promessa il giorno delle nozze

Per alcune coppie, la lettera permette di rileggere la propria vita, di incoraggiarsi a vicenda, di manifestarsi l’un l’altro una ferita, di offrirsi reciprocamente le proprie fragilità, di perdonarsi o di sottolineare l’unicità della loro relazione. Sposato da 22 anni, Bruno dà alla moglie una lettera due volte alla settimana quando torna a casa dal lavoro. Durante il suo viaggio quotidiano in treno, legge il breviario, poi le scrive su un foglio A4: “A volte è breve e banale, altre volte intenso e profondo, ed avere annotato questo appuntamento con lei nel mio diario prolunga la fedeltà promessa il giorno del nostro matrimonio”, spiega questo padre di quattro figli.

Lo stesso vale per Amelia e Giovanni. Ogni lunedì al bar si riservano una mezz’ora, uno di fronte all’altro, per scriversi ognuno una lettera. “Che senso ha scrivere a papà, che lo vedi ogni giorno”? chiede la loro figlia dodicenne. Gli sposi lo sanno: mostrano concretamente che il loro amore reciproco viene prima di tutto. Accumulano anche segni d’amore su cui possono appoggiarsi durante i momenti più difficili della loro vita coniugale. Amelia si permette di diventare poetica, di scrivere complimenti o critiche e, davanti al suo foglio di carta, da sola, impara ad argomentare e a sviluppare il suo pensiero. A differenza dell’invio di sms, scrive sempre stando seduta per mettere giù il suo pensiero. Una lettera di perdono, di rimprovero, di ringraziamento…questa ex dislessica ha così imparato ad esprimere le sue emozioni.

Infine, ciò che è scritto permette di proiettare la propria coppia nel futuro. Dice Evelyne: “La lettera d’amore, anche se affrontiamo un argomento difficile, colloca la nostra relazione tra passato e futuro, perché inizia sempre con un ringraziamento rivolto al coniuge e termina con la promessa di un “piccolo passo” che promettiamo di offrirgli presto”. Questa impronta di eternità portata dalla corrispondenza amorosa inscrive la relazione nel tempo. “Tra quarant’anni non si troverà una scatola di WhatsApp, post su Facebook o sms in soffitta, ma potrà capitare con le nostre lettere”, dice entusiasta Paolo, e allora, quale turbamento, quale stupore!

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