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Come fare per evitare di giudicare gli altri

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Edifa - pubblicato il 28/08/20

Evitare di criticare e giudicare il prossimo richiede molto lavoro su sé stessi. Per riuscirci più facilmente, ecco alcune tecniche che potrete mettere in pratica fin da subito.

di Christine Ponsard

“Chi ti credi di essere, giudicando il tuo prossimo? “chiede l’apostolo San Giacomo (Gc 4, 12). Sì, chi crediamo di essere, noi che siamo così rapidi a vedere i difetti degli altri e ad evidenziarli, “linci con gli altri e talpe con noi stessi”? Quanti dei nostri monologhi interiori sono, di fatto, dei giudizi? Siamo facilmente tentati di dare buoni e cattivi voti, chiudendo i nostri cari nella prigione delle nostre valutazioni! Ma Gesù ci chiede di non giudicarci l’un l’altro. Come possiamo rispondere a questa esigenza dell’amore senza relativizzare per questo il bene e il male?

A proposito della correzione fraterna

Ci auto proclamiamo giudici perché, in fondo, ci rassicura. Individuare i passi falsi dei nostri fratelli è un modo per convincerci di essere migliori di loro ed è anche una forma di potere che esercitiamo sugli altri e a volte anche una rivendicazione: “Se tutti quelli che parlano male di me sapessero tutto il male che penso di loro!”. Eppure Gesù è chiaro: “Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati, poiché con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello? E la trave che è nel tuo, non la noti?” (Mt 7, 1-4) Non si tratta solo di astenersi da parole dure, ma soprattutto di avere un atteggiamento interiore pieno di bontà, perché “ciò che dice la bocca è ciò che trabocca dal cuore” (Lc 6, 45).

Se giudichiamo, se ci rifiutiamo di essere misericordiosi con i nostri fratelli, escludiamo noi stessi dalla misericordia, ci rendiamo incapaci di ricevere il perdono di Dio. “Il giudizio è senza misericordia per coloro che non hanno mostrato misericordia” (Gc 2, 13). L’assenza di giudizio non è falsa tolleranza, che mette insieme il bene e il male. Gesù, inoltre, pur chiedendoci di non giudicare, raccomanda una certa correzione fraterna: “Se tuo fratello ha commesso un peccato, va a parlargli da solo faccia a faccia e mostragli la sua colpa” (Mt 18, 15). Egli avverte, però, che possiamo guidare i nostri fratelli solo se siamo nella luce di Dio, e questo presuppone che cominciamo a riconoscerci come peccatori: “Prima togli la trave dal tuo occhio, poi vedrai chiaramente per togliere la paglia che è nell’occhio di tuo fratello” (Mt 18, 15). Non possiamo rimuovere questa trave da soli, solo il Signore può liberarcene.

Come smettere di giudicare gli altri

Il Signore ci chiede di uscire dal giudizio per entrare nella misericordia, nei confronti dei nostri fratelli, ma prima di tutto nei confronti di noi stessi. Perché abbiamo così tante travi che ci bloccano la vista e ci chiudono il cuore? Perché preferiamo dimenticare la nostra mediocrità giudicando gli altri, piuttosto che guardare in faccia il nostro peccato? Perché ci giudichiamo, ci condanniamo, e questo ci è insopportabile. È vero che il riconoscimento del proprio peccato può fare disperare… ma non se lo guardiamo dal punto di vista di Dio che è “più grande del nostro cuore”, cioè se abbiamo il coraggio di affidarci totalmente alla Sua misericordia. Se gridiamo a Dio “Abbi pietà del peccatore che sono”, siamo certi che Egli ci toglierà la trave dall’occhio.

Come possiamo smettere di giudicare i nostri fratelli per vivere nella misericordia? Innanzitutto con il desiderio di cambiare, e affidando instancabilmente questo desiderio al Signore. Ma anche capendo ciò che abitualmente ci porta a giudicare gli altri: la rabbia, il risentimento, la gelosia, ecc. Infine e soprattutto, compiendo atti concreti di misericordia, come un servizio reso, una parola gentile, un passo verso il perdono, una preghiera, ecc. Soprattutto verso coloro che, senza saperlo, sono le vittime più frequenti del nostro tribunale interiore.

Ringraziamo per i fratelli che siamo tentati di giudicare. Nella Fede, lodiamo il Signore per quello che sono, anche se non lo vediamo ancora chiaramente. Poi, a poco a poco, lo Spirito Santo purificherà il nostro cuore, illuminerà il nostro sguardo, permettendoci di esercitare il nostro giudizio sulle azioni, discernendo la menzogna dalla verità e il bene dal male, senza giudicare le persone.

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