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Un consiglio semplice per non soccombere al denaro

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Edifa - pubblicato il 22/08/20

La parabola dell'amministratore disonesto illustra il rapporto disordinato che possiamo avere con il denaro. Ma allora, come possiamo riuscire nella vita come desidera Gesù, senza avere come padrone il denaro?

di Abate Pierre Descouvemont

Le esigenze di Gesù in campo economico sono tanto radicali quanto quelle in campo matrimoniale: “Ma Io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio” (Mt 19,9); “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno di Dio” (Mt 19,24). In entrambi i casi, i discepoli gridano che è impossibile: “Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi” (Mt 19,10); “Allora, chi può essere salvato? “(Mt 19,25). Gesù risponde che devono chiedere a Dio la grazia di comprendere questa Parola e viverla: “Non tutti capiscono questa Parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso” (Mt 19,11); “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile” (Mt 19,26). È chiaro! Per vivere un ideale simile, dobbiamo implorare il Signore di darci la Sua grazia.

Inoltre, nei Vangeli, queste due esigenze fanno come da cornice a un’altra Parola in cui Gesù afferma chiaramente la necessità di riconoscere la propria umiltà per poter entrare nel Regno dei Cieli. Un giorno, quando delle madri erano venute a presentarGli i loro figli, Egli disse ai Suoi discepoli: “Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a Me; a chi è come loro, infatti, appartiene il Regno dei Cieli” (Mt 19,14; Mc 10,14; Lc 18,6). È sempre lo stesso messaggio: per riuscire nella propria vita, bisogna abbandonarsi con fiducia tra le braccia del Padre. Ma concretamente, anche se chiediamo aiuto al Signore, cosa possiamo fare per non soccombere alla seduzione del denaro e al conforto che permette?

Raggiungere Gesù nel proprio cuore per essere meno tentati di “consumare”?

Cerchiamo prima di rompere il muro di silenzio che spesso ci impedisce di soffermarci su queste parole potenti del Vangelo. È un argomento tabù. E a ragione! Non abbiamo i soldi per realizzare i nostri legittimi desideri: acquistare una casa più spaziosa per la nostra famiglia o iscrivere nostro figlio in una scuola più costosa. Allora, come possiamo dire al nostro coniuge che vorremmo dedicare una quota maggiore del budget familiare per alleviare la miseria nel mondo? Come suggerirgli “delicatamente” che potrebbe spendere meno qua o là? È estremamente difficile da dire, e anche da scrivere! Oppure, al contrario, se il conto è “in rosso”! Dove possiamo trovare persone che possono aiutarci e a cui possiamo confidare che abbiamo bisogno di un prestito? Quale sarà la loro reazione?

Qualunque sia la nostra situazione, contempliamo a lungo Gesù sulla croce. Quanto vorremmo essere più simili a Lui nella Sua povertà! Uniamoci a Lui nel nostro cuore o nell’Eucaristia, e assaporiamo il Suo Amore e così saremo meno tentati di “consumare”. Pensiamo spesso alla presenza di Gesù in tutti coloro che soffrono e soprattutto in tutti quelli che possiamo aiutare e supplichiamo lo Spirito Santo di formare in noi “un cuore compassionevole”. Cerchiamo infine di incontrare e di frequentare delle persone più povere di noi. Ci scuotono e infine spesso sono loro ad evangelizzarci.

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